Social network, hate speech: Germania approva legge che prevede sanzioni fino a 50 mln di euro per chi non rimuove contenuti diffamatori entro 24 h

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E’ da poco entrata in vigore in Germania una legge per combattere l’hate speech online. Dallo scorso 2 ottobre, i social network con più’ di due milioni di utenti come Facebook, YouTube, Instagram e Twitter devono rimuovere i “post offensivi”, definiti come “materiale abusivo evidentemente illegale”, entro 24 ore.
Avranno 3 mesi di tempo per adeguarsi. Dopo di che, dal 1 Gennaio 2018, se non provvederanno a rimuovere i contenuti “infamanti” nei tempi e le modalita’ prestabilite, potranno incorrere in multe fino a 50 milioni di euro.

Si tratta della prima legge al mondo sui contenuti offensivi che affiderà’ a un team di 50 dipendenti del ministero della giustizia tedesco il compito di monitorare i social per verificare la corretta applicazione della legge.
Il governo tedesco sostiene che la nuova legge, il Network Enforcement Act (NetzDG), sia di fondamentale importanza per contrastare la crescita del 300% dei “crimini d’odio digitali” registrati nel corso degli ultimi anni.
La legge, nello specifico, definisce “illegali” i contenuti che violano alcuni degli articoli del Codice Penale tedesco come quelli inerenti la diffamazione, la violazione della privacy attraverso fotografie, l’incitamento pubblico al crimine, la falsificazione, la formazione di organizzazioni terroristiche o criminali e la diffusione di scene di violenza.

I social network, in particolare Facebook, hanno fortemente criticato la nuova norma del governo lamentando che le minacce di ritorsioni e le alte sanzioni potrebbero incoraggiare le piattaforme all’over-blocking, ovvero la rimozione di qualsiasi contenuto discutibile anche se non chiaramente illegale, per evitare le multe. L’azienda di Mark Zuckerberg ha più’ volte espresso preoccupazione per il livello di hate speech sulla sua piattaforma. Per questo ha assunto 3 mila dipendenti in tutto il mondo, 600 solo a Berlino, con il compito di monitorare costantemente i post pubblicati, compresi quelli segnalati dai lettori come sospetti.

Nel frattempo, sempre in Germania, anche l’autorita’ federale sulla Concorrenza tedesca ha accusato Facebook di raccolta dati abusiva e di avere una posizione dominante nel paese. Secondo l’antitrust tedesco, Facebook “usa ogni sorta di dato degli utenti prendendoli da terze fonti”.
Avvocati ed esperti di diritto hanno manifestato dubbi sul fatto che la nuova legge NetzDG possa essere compatibile con il principio della libertà’ di espressione e con la nuova direttiva UE sulla privacy, che entrerà’ in vigore da maggio 2018.
Nel frattempo, la stessa Unione Europa sta tentando di mettere ordine nel settore dell’online, ed ha promesso sanzioni per i siti che non rimuoveranno tempestivamente espressioni d’incitamento all’odio o alla discriminazione.
Al momento la UE ha concordato un codice di auto-condotta volontario con i social network finalizzato a rimuovere “i discorsi d’odio, violenza e terrorismo”, specificando che se le linee guida non saranno seguite volontariamente, allora si procederà’ diversamente. (E.G. per NL – fonte INPGI)

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