Come abbiamo già avuto modo di trattare, Tik Tok, potendo vantare circa 1 mld di utenti attivi al mese nei 150 Paesi in cui è presente, è probabilmente il social network più in voga del momento.
Forte di questi suoi numeri, la piattaforma – della proprietà cinese ByteDance – si avvia verso il servizio di e-commerce, attraverso il quale gli utenti potranno fare acquisti online, direttamente dai marchi dei prodotti sponsorizzati sul social, oppure sarà possibile inserire un link collegato a un sito esterno.
Non si tratta di un’assoluta novità – Instagram e Snapchat offrono già questo tipo di servizio – ma in questo campo, si rivela fondamentale imitare e introdurre le ultime novità, per ottenere sempre più iscritti e rendere migliore l’esperienza su un determinato social.
Il nuovo progetto di Tik Tok e l’interesse delle aziende
Con in previsione grandi investimenti, Tik Tok ha iniziato la sperimentazione su alcuni profili delle nuove caratteristiche specifiche per il nuovo servizio. Già molte aziende si sono dimostrate interessate a questo suo sviluppo, attratte dal grande potenziale commerciale che questa mossa potrebbe creare, determinato, anche, dalla presenza sul social di personaggi dello spettacolo, influencer e politici.
Chi si occuperà di seguire le varie partnership con le aziende inserzioniste sarà Blake Chandlee, ex responsabile della pubblicità di Facebook, che ben conosce la realtà social dal suo interno.
Circa un mese fa il Financial Times aveva dato la notizia della possibile quotazione in borsa – entro il primo trimestre del 2020 – della piattaforma, con un valore di 75 mld di dollari (67,9 mld di euro), ma l’azienda cinese aveva, però, smentito subito.
Ma il social resta un pericolo per i giovani?
I problemi di carattere legale che Tik Tok si trova ad affrontare non sono tuttavia pochi, soprattutto quelli relativi alla privacy dei dati. In propria difesa, ByteDance ha comunicato che le leggi cinesi non regolamentano i data center del social, perché questi si trovano al di fuori della Cina e che, di conseguenza, i dati degli utenti sono conservati nei database americani.
Nonostante Tik Tok sia un’app utilizzata per la grande maggioranza da ragazzi tra i 14 e 18 anni, recentemente molti adulti sono venuti a conoscenza della sua esistenza grazie al video da 1,5 mln di views di una ragazza americana. Il 23 novembre scorso la 17enne Feroza Aziz, fingendo di realizzare un tutorial di make-up ha invece denunciato la situazione delle minoranza religiose presenti in Cina, in particolare di quella musulmana dei Uiguri, costrette in campi di detenzione. Da una parte ciò ha portato alla luce una terribile realtà che altrimenti sarebbe rimasta nascosta, informando milioni di persone. D’altra parte, però, non ha fatto altro che far sorgere ancora più dubbi e paure – specialmente dei genitori dei giovani utenti – riguardo alla privacy, alla sicurezza e alla possibilità di aggirare “facilmente” i metodi di filtraggio. (N.S. per NL)