Facebook registra un aumento del 96% sugli utili e del 10% sugli utenti attivi. Nel frattempo si prepara a una pesante campagna di investimenti sull’advertising.
Oltre ogni previsione
Il colosso dei social vede crescere il proprio fatturato, che si attesta a 26,17 miliardi di dollari per questo primo trimestre 2021. A dispetto delle previsioni degli analisti, che stimavano un massimo di 23,57 miliardi, il social network ha infatti registrato numeri ben oltre le aspettative.
Utili quasi raddoppiati
I primi tre mesi del 2021 hanno visto gli utili di Facebook quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si passa quindi dai 4,9 miliardi di dollari del 2019, ai 9,5 di quest’anno. Menlo Parks ottiene così una crescita pari al 96%.
Pubblicità in crescita
Nel bilancio della società risultano in crescita i dati relativi alle vendite della pubblicità, che costitutiscono la parte più rilevante del fatturato dell’azienda di Mark Zuckerberg. Nello specifico, i numeri dell’advertising sono incrementati su più fronti: da un lato, il prezzo medio per annuncio pubblicitario è aumentato del 30%, dall’altro gli annunci venduti sono aumentati del 12%.
Utenti e utili
Sono cresciuti del 10% – rispetto al 2020 – anche gli utenti giornalieri e mensili. In questo caso le previsioni degli esperti erano in realtà più alte. Infatti, i numeri previsti erano di 1,89 miliardi di utenti giornalieri e 2,86 mensili, mentre i risultati sono stati, rispettivamente, di 1,88 e 2,85 miliardi. Diversamente, il guadagno medio per utente è risultato sopra le previsioni: 9,27 dollari contro gli 8,40 attesi dalle stime.
Competitor del settore tech
Come detto, la quasi totalità dei proventi del gruppo Facebook, di cui fanno parte anche Messenger, Instagram e WhatsApp, deriva dalla pubblicità. Questo aspetto mette la compagnia di Zuckerberg in concorrenza diretta con altri big del settore tech, anche al di fuori dell’ambito social.
I numeri della concorrenza
Tra i competitor con cui Menlo Park deve confrontarsi c’è sicuramente Google. Il colosso del web ha ottenuto numeri decisamente più alti di Facebook, per quanto riguarda i proventi dell’advertising. Mountain View ha fatturato infatti più di 37 miliardi di dollari grazie alla pubblicità. Ma se si analizzano le percentuali di crescita rispetto al periodo precedente, si nota come il fatturato del social sia cresciuto del 46%, contro il 32% segnato da Google.
Numeri in rialzo
Troviamo dunque una situazione invertita rispetto a quella precedente, con Facebook che cresce a grandi ritmi. I costi della pubblicità continueranno a salire nei prossimi mesi, supportati anche da nuovi investimenti del gruppo: dalle funzioni audio alla Creator Economy. In un contesto siffatto, si può stimare che la compagnia di Mark Zuckerberg farà registrare, per il prossimo anno, una crescita ancora più marcata.
La diretta con Adam Mosseri
In una recente diretta sul suo profilo Instagram, Mark Zuckerberg ha parlato delle prossime novità del gruppo con Adam Mosseri. Il CEO di Facebook e il direttore di Instagram hanno discusso insieme dei progetti per il social dedicato alle immagini. Tra questi, la già annunciata attenzione ai piccoli creator è stata ribadita più volte.
Creator middle class
Il discorso di Zuckerberg ha toccato la questione dei piccoli creator e lo stesso CEO di Facebook ha affermato di voler favorire lo sviluppo di quella che ha definito la “classe media dei creator”. Si parla, in sostanza, di quegli utenti che producono contenuti sui social, guadagnando poco o niente. L’obiettivo di Zuckerberg è quello di far nascere una vera economia attorno a questi profili, aiutandoli a fare di questa passione una fonte di reddito più consistente.
Creator economy e influencer
La Creator economy comprende, nel mondo, circa 50 milioni di persone, distribuite tra le varie piattaforme (compresi YouTube e Twich). La maggior parte degli appartenenti a questa categoria si ritiene dilettante, mentre una piccola parte può affermare di svolgere questo lavoro come professione principale. Nel macro gruppo dei creator rientra anche il mercato degli influencer, per il quale è prevista una crescita fino a 13,8 miliardi nel 2021.
Influencer e utili pubblicitari
Gli influencer non sono una categoria che compare per caso: i proventi di questi professionisti, infatti, derivano per la maggior parte dalla pubblicità e in particolar modo dai contenuti sponsorizzati. Proprio di nuovi metodi di sponsorizzazione e interazione tra creator e brand, si è parlato nella diretta sopracitata.
Unire i puntini
Alla luce dei dati finanziari di Facebook e delle dichiarazioni di Mark Zuckerberg, il quadro si fa abbastanza chiaro. Da un lato, molti dei creator che Zuckerberg vuole raggiungere guadagnano da YouTube, di proprietà Google (tra i principali competitor di Facebook). Dall’altro, visti i numeri legati al settore dell’advertising registrati dal social californiano, non sorprende questa particolare attenzione a quella tipologia di creatori di contenuti che vive proprio di pubblicità.
Un nuovo settore di investimenti
Un altro aspetto che non sorprende è l’attenzione di Zuckerberg per i piccoli creator, che siano influencer, creatori di podcast o di altri contenuti. Questo tipo di utente è il terreno più fertile per una strategia di mercato che mira ad accentrare su Facebook e app affiliate gli investimenti pubblicitari dei brand.
Collaborazione con i piccoli creator
Infatti, i big influencer sono già legati a brand da contratti esterni alle piattaforme di Menlo Park. I piccoli creator invece, hanno bisogno di trovare collaborazioni per poter guadagnare dai propri contenuti.
Branded Content Marketplace
Ecco che la funzione in arrivo su Instagram, di cui si è parlato nella diretta, che permetterà ai brand di entrare direttamente in contatto con i creator, si fa guardare sotto un’altra luce. Al di là degli annunci in cui Zuckerberg più volte sottolinea il suo appoggio agli indipendenti del settore, questa nuova funzione è la prova della strategia aggressiva nei confronti di competitor e mondo dell’adv, adottata da Facebook. Ancora non sono chiari i meccanismi alla base di Branded Content Marketplace, ma ovviamente sarà una nuova fonte di guadagno per Mark Zuckerberg.
Effetti collaterali
I piccoli creator trarranno sicuramente beneficio da questi nuovi meccanismi, ma non bisogna dimenticare che le mosse di Facebook non sono dettate dalla filantropia con cui Zuckerberg le ha presentate. Chiaramente, una strategia che non favorisca gli interessi dell’utenza, non avrebbe successo e, di conseguenza, non porterebbe utili alla piattaforma. L’attenzione per il benessere degli utenti non è, dunque, mossa da motivazioni filantropiche, bensì da logiche di mercato. Si può dire che il guadagno per i creator è quasi un effetto collaterale dei nuovi investimenti di Facebook.
Gli ostacoli sul cammino
Il percorso di Menlo Park non è però privo di ostacoli. Da un lato ci sono le policy europee, più stringenti di quelle americane, che limitano il campo d’azione del social; dall’altro i competitor che non staranno certo a guardare. Le future mosse di Facebook e le risposte degli altri colossi del settore porteranno a sviluppi di cui sicuramente si parlerà in futuro. (A.M. per NL)