Alzi la mano chi di voi non ha notato in occasione delle festività di fine 2008 una sensibile riduzione degli auguri tramite sms? Avrà pensato qualcuno, forse un poco disattento ai fenomeni socio-economico-culturali: gli amici, i conoscenti e i parenti si sono dimenticati di me?. No, la spiegazione è molto più semplice: l’ingordigia delle compagnie telefoniche, unita alla presa di coscienza degli italiani (e non solo) che quel tipo di auguri aveva fatto il proprio tempo, (ri)lasciando il passo a soluzioni più classiche, calde, oppure meno invasive, ha fatto strage delle odiose contrazioni lessicali adolescenzialmente digitate da frotte di ultraquarantenni che avevano scoperto il nuovo giochetto, salvo poi esserne travolti (per la gioia dei gestori telefonici). Così, si era passati dalla spaventosa, crescente, inondazione messaggistica degli anni 2004, 2005, 2006 all’irritazione del 2007. Infatti, il continuo avviso sonoro del cellulare recava immancabilmente, in ordine di frequenza:
1) messaggio augurale generico, finalizzato al miglior impiego (tempo/resa) della rubrica telefonica, onde evitare la personalizzazione attraverso il tu o il lei in funzione del livello confidenziale del destinatario (“Auguro a tutti voi un felice natale ed uno splendido anno nuovo”);
2) massima di vita buonista, ovviamente riciclata da altro messaggio, ricevuta dall’amico (se andava bene, altrimenti era conoscente di ultima istanza), nota incarnazione del materialismo, ma che a natale si scopriva essere analista filopsicologico dell’essenza umana, cosicché aveva deciso di redimere gli sfortunati memorizzati nella sua rubrica, spammizzandoli con inviti dal sapore di modernariato new age o di ritorno all’indottrinamento formativo dei catechisti delle parrocchie in occasione della logorroica iniziazione cristiana dei bambini;
3) albero di natale (et similia) abilmente disegnato con lettere e simboli sms (ovviamente riciclato);
4) messaggio finto buonista con sarcasmo finale (pure esso riciclato e inevitabilmente multiricevuto).
Ogni messaggio sms in Italia costa 15 centesimi, salvo condizioni favorevoli per le comunicazioni intergestore, rispetto a una media europea di 7,5 centesimi. Considerato che negli anni scorsi, gli auguri spammizzati determinavano infinite (ed incentivate dagli operatori telefonici) catene di Sant’Antonio (se non rispondo penseranno che sono un cafone…), il clima di crisi economica favorevole all’austerità ha determinato una volontaria presa di coscienza, unendo l’utile (il risparmio economico) al dilettevole (uscita dal circolo vizioso del martellamento essemmessico).
Anche perché, grazie alla diffusione di internet senza fili, gli italiani hanno preferito all’sms una meno invasiva email, oppure l’antica telefonata di auguri ristretta al solo sincero gruppo affettivo.