Come noto, l’ultima novità dell’hi-tech della Silicon Valley sono gli smart speaker: audio device che hanno quale obiettivo semplificare la vita degli utilizzatori, interagendo con altri dispositivi presenti negli ambienti indoor.
Sul tema ha aperto la strada il colosso Amazon con Echo, un’applicazione per la casa basata sull’assistente vocale Alexa, a cui abbiamo dedicato ampio spazio su queste pagine.
A tale iniziativa ha risposto tempestivamente Google con Home; ma anche Apple non ha tardato a porre il suo contributo: HomePod e l’ormai conosciutissima assistente Siri hanno fatto da contraltare ai due player OTT (invero, anche altre aziende come Microsoft, Samsung e Facebook si stanno attivando per entrare nel promettente mercato della domotica di specie).
Gli smart speaker hanno come finalità primaria quella di fungere da assistenti personali, integrandosi con gli apparecchi già presenti negli ambienti grazie a comandi vocali diretti; il secondo, ma non meno rilevante, obiettivo è quello di dare nuova vita alla diffusione di contenuti audio indoor. Come riportato in una ricerca effettuata da NuVoodoo Media Services, il dispositivo di Amazon viene infatti utilizzato principalmente per tutto ciò che attiene al mondo musicale e cioè per ascoltare i programmi delle emittenti tradizionali (46,1%), ma anche per usufruire di flussi streaming musicali continui come Spotify e Pandora (rispettivamente 45,1% e 42,9%).
Aspetto non di poco conto sono poi per potenzialità audio: in un’epoca in cui si è persa l’attenzione per l’hi-fi, gli smart speaker sono studiati per offrire le massime prestazioni sonore in funzione degli ambienti in cui vengono collocati.
Da non sottovalutare un altro campo nel quale i device come Amazon Echo trovano ampio sfruttamento, l’informazione: il 41,3% degli intervistati (su un campione di 3.000 persone tra i 14 e i 54 anni) dichiara infatti di utilizzare il proprio smart speaker per fruire delle news, stante la sua semplicità di fruizione.
Echo viene poi utilizzato dal 27,1% degli utenti interpellati nel sondaggio per ascoltare audiolibri ed intrattenimento per bambini (Google ha infatti stipulato una partnership con la Disney al fine di poter fornire a tutta la famiglia un’esperienza unica e soddisfacente), recuperando un terreno perduto da anni a favore della tv.
Se attualmente la radio viene principalmente ascoltata in macchina (80%) e negli esercizi commerciali (oltre 10%) , con l’arrivo di questi nuovi apparecchi tecnologici, che strizzano l’occhio agli amanti della domotica e delle novità in campo hi-tech, gli analisti sono in buona parte convinti che possa riprendere quota l’ascolto radiofonico casalingo, sempre più relegato ormai all’utilizzo della tv come ricevitore radiofonico dopo la dipartita dell’antico ricevitore FM/AM stand-alone. Ma anche in tema di automotive, interessante appare la possibilità di sfruttare i device intelligenti per favorire un’interazione tra le funzionalità dell’auto e le necessità contenutistiche dell’utente.
Tuttavia, mentre nelle case americane lo smart speaker è già una realtà ampiamente diffusa, in Italia bisognerà attendere ancora un po’ prima di portare nel proprio salotto l’apparecchio intelligente: annunciato inizialmente per Natale, l’arrivo del device in Europa non dovrebbe avere luogo prima del 2018. (G.C. per NL)