Televisione on demand. Contenuti a richiesta. Non più solo via satellite, con le migliori scelte della settimana messe automaticamente a disposizione di Sky nell’apposito menù (vi si accede sia digitando Menù, sia digitando MySky sull’apposito telecomando).
Ma anche dal web. Entro fine anno, infatti, la tv di Murdoch metterà a disposizione nuovi decoder, connessi al web per mezzo di un tradizionale cavo ethernet, grazie ai quali si potrà accedere ad un’immensa libreria di film, documentari e serie tv, scaricando contenuti da internet (tra l’altro con un nuovo hard disk da 500 Gb, nonostante siano in molti ad ammettere che quello attuale da 320 Gb potrebbe già essere sufficiente allo scopo). Il servizio, paragonabile al britannico Sky Anytime disponibile in tutto il Regno Unito dallo scorso ottobre, consentirà dunque di ampliare l’attuale offerta di contenuti on demand, spingendo sempre di più i tradizionali palinsesti in un fantomatico dimenticatoio analogico. L’unico dubbio sollevabile dai professionisti del settore o dagli utenti più attenti e tecnologicamente avanzati è quello dell’impatto di questa tipologia di servizi sulla rete italiana. Se, infatti, consideriamo che gli abbonati di Sky stanno raggiungendo quota 5 milioni e, quindi, i soggetti che potenzialmente potrebbero avere accesso ai servizi connessi sono sicuramente di più (ogni abbonato può avere famiglie più o meno numerose) e, molto probabilmente, la maggior parte di questi naviga con connessioni Adsl a 6-7 Mb nominali, siamo sicuri che la rete italiana sarà in grado di reggere tutto questo traffico? Senza contare che a questi numeri vanno obbligatoriamente aggiunti i detentori di apparecchi già connessi al web quali televisori internet ready o decoder con analoga tecnologia quali, per esempio, BlobBox o Cubo Vision. Già il Sole 24 Ore faceva notare la questione, la settimana scorsa, spiegando un dettaglio di non poca importanza: se un film in qualità normale pesa circa 1 Gb per una durata media di 100 minuti, la medesima pellicola in alta definizione pesa 3 o 4 volte tanto. Ragion per cui ogni volta che dovessimo selezione un contenuto da scaricare dal web dovremmo attendere un po’ per ottenerlo tutto. Il problema, per certi versi, non risiede tanto nella visione del contenuto (con una connessione discreta, il film o documentario può essere visibile già nel momento in cui l’1% del file è stato scaricato), quanto piuttosto nel maggior traffico che queste tecnologie stanno generando, in un Paese dove solo sei comuni capoluoghi di provincia possono accedere alla fibra ottica. Insomma, la criticità della rete internet italiana comincia a diventare un argomento fondamentale non solo per l’evoluzione del nostro lavoro, ma anche per l’accesso a servizi integrati e innovativi quali Sky Anytime o simili. Ma pochi sembrano dare peso alla questione, come se il doppino di rame potesse supportare ancora tutto per generazioni. (M.M. per NL)