Sky, Murdoch e la terra promessa

Altro che sbarco in Italia per fare un favore a Berlusconi. Con i suoi 4 milioni e passa di abbonati e i diritti tv Sky è diventato il maggior antagonista di Mediaset.
 
Per anni è circolata in Italia la diceria secondo la quale l’approdo del magnate australiano Rupert Murdoch in territorio italiano avesse rappresentato, più che un mero business, un favore all’amico di sempre Silvio Berlusconi che, dopo le fallimentari esperienze satellitari di Tele + e Stream, pareva terrorizzato all’idea che qualche pericoloso avversario italiano (sul piano economico, ma anche politico) potesse mangiarsi la torta. Così il buon Rupert, non avendo di meglio da fare, l’avrebbe accontentato, entrando nel mercato di casa nostra, anticipando qualsiasi potenziale concorrente e mangiandosi tutta la torta. Se davvero le cose sono andate così, piuttosto che un favore ad un amico (che poi tale ha smesso di essere), il vecchio Rupert, non a caso soprannominato lo squalo, ha varcato le alpi con un bel cavallo di Troia al seguito, che gli ha fruttato ritorni economici di tutto rilievo e si è imposto come principale, temibile, antagonista di colui che altrimenti avrebbe dovuto aiutare. Oggi, di fatti, Sky è l’antagonista principe di Mediaset, le strappa via investitori pubblicitari che è una bellezza, le sottrae nomi importanti a suon di euro, azzera il calcio dai possibili driver sul piano degli ascolti, monopolizzando, in pratica, diritti di campionato italiano, leghe estere e Champions League. Dati dello scorso marzo alla mano, Sky Italia ha raggiunto quota 4 milioni e mezzo di abbonati; gli investitori pubblicitari hanno investito, nell’arco del 2007, 215 milioni di euro in spot pubblicitari (il 10% di un fatturato da 2,4 miliardi di euro). L’Italia, insomma, partita come Cenerentola, si è trasformata in principessa, scalando la montagna per divenire, se si esclude il mercato britannico, il principale driver di News Corp. in Europa. Ragion per cui il signor Murdoch ha deciso di riconoscerle l’importanza guadagnatasi: Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, è stato nominato ceo di tutto il business che News Corp. gestisce in Europa, il suo vice Mark Williams è stato nominato chef financial officer per Europa ed Asia ed il figlio di Rupert, James, da sempre promotore delle attività dell’azienda in Italia, è diventato chairman e a.d. della società in Europa ed Asia. La nuova sede di Milano, a Santa Giulia, infine, è divenuto un importante quartier generale a livello europeo e la favoletta secondo cui il magnanimo Murdoch (che magnanimo lo è mai stato in vita sua) abbia accettato la sfida italiana per aiutare il buon Silvio sembra sempre più una lontana chimera. Tanto più che, invece d’esaurirsi qui, la volontà d’ingrandirsi continua: il prossimo, di fatti, dovrebbe essere un anno di importanti cambiamenti ed evoluzioni, tanto dal punto di vista strutturale e commerciale, quanto da quello editoriale. Detto questo, le tv generaliste dovrebbero accendere un cero. (G.M.per NL)

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