Sembra il tempo dei complotti, oggi, in Italia. E’una parola tirata fuori sovente, negli ultimi tempi, da coloro che si sentono attaccati da una parte politica, da un’azienda antagonista, anche solo da un club calcistico avversario. Ultimo della lista dei “perseguitati”, l’amministratore del Biscione, Fedele Confalonieri (foto), che si dichiara indignato per il nuovo ddl del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, gridando al processo politico. L’indignazione di Confalonieri nasce da una situazione non propriamente rosea in cui versa l’azienda della quale è responsabile (di proprietà della famiglia Berlusconi), con gli ascolti in netto calo, le prime serate puntualmente perdenti, in termini di ascolti, nei confronti dei programmi Rai, il rifiuto del mercato tedesco di accogliere l’azienda, per motivi politici ed, ennesima batosta, un disegno di legge che pare penalizzare decisamente le reti commerciali. Confalonieri grida al complotto politico, sottolineando come le manovre di governo tendano a favorire i canali satellitari di Sky ed a sottrarre fondi e pubblico all’azienda di proprietà del capo dell’opposizione. La realtà dice che Sky si trova in un momento estremamente florido, con un boom di abbonamenti che ha toccato quota 4 milioni negli ultimi anni, e un trend che non accenna a diminuire. Oramai si tratta di una realtà non più di nicchia, il duopolismo caratteristico del sistema televisivo italiano sta scomparendo. E non grazie a La7. Secondo Confalonieri l’azienda di proprietà dello “Squalo”, Rupert Murdoch, sta “mangiando” gli ascolti di Mediaset, oltre che gli investitori pubblicitari, il tutto con il tacito consenso del governo. Controbattono dalla tv satellitare, per bocca dell’ad Tom Mockridge, uomo di fiducia di Murdoch, che “Sky è una tv per tutta la famiglia, con una scelta sempre più ampia e tecnologie all’avanguardia. Per di più, la crescita recente è dovuta a un ritardo dell’Italia, rispetto all’Europa, nella diffusione del satellite”. Eppure, sempre più utenti di Mediaset passano a Sky, con i vertici del Biscione furibondi. Ma la Rai, invece, come si comporta in questa situazione? Fanno sapere dagli uffici di viale Mazzini che gli ascolti del servizio pubblico non hanno subito ripercussioni dall’espansione di Sky, ciononostante ci si sta adoperando per “catturare” un target più giovane, esattamente quello che ha “tradito” Mediaset per la pay tv. In tutto questo teatrino, Gentiloni fa sapere di non aver alcuna intenzione di penalizzare l’azienda di proprietà di Berlusconi, per motivi politici, ma l’obiettivo del suo ddl è chiaro e “coerente con le posizioni che il centrosinistra ha da anni”, vale a dire favorire un cambiamento sostanziale nel servizio pubblico televisivo (con ovvie ripercussioni sulle reti avversarie), promuovere una campagna contro la concentrazione pubblicitaria (con soglia posta al 45% del totale della raccolta pubblicitaria delle televisioni) e il tanto agognato passaggio al digitale terrestre. Ma Confalonieri ci vede del “marcio”, dal momento che Murdoch, legato in passato da un’amicizia e da uno stretto rapporto commerciale con il leader di Forza Italia, è passato, secondo l’ad del Biscione, a fare affari con la sinistra, tanto in Italia, quanto all’estero. Per questo motivo il governo italiano vedrebbe di buon occhio un aumento del volume d’affari della sua azienda, con relativa penalizzazione ai danni di Mediaset. Più realistica l’analisi di Alessandro Salem, direttore generale dell’azienda, secondo cui “il pubblico disposto a pagare la tv è proprio il pubblico di Mediaset, quello più giovane, più commerciale: il target più interessante per la pubblicità, target che Sky contende solo a noi”. (G.C. per NL)