Un giorno sono amici per la pelle, non si farebbero mai uno sgarbo, lavorano per gli stessi obiettivi. Il giorno dopo sono nemici acerrimi e agguerriti che, per il solo gusto di farsi la guerra, condizionano la visione del mondo di decine, centinaia di milioni di persone.
Sono Murdoch e Berlusconi, due tra i tycoon dell’editoria e delle televisioni più potenti d’Europa: il primo recentemente travolto dallo scandalo dell’hackeraggio illegale a News of the Week, il secondo sempre più sul viale del tramonto, privo di autonomia governativa e con sempre meno appoggio da parte degli italiani. Eppure nei momenti difficili riescono ancora a darsi una mano. Questa almeno è l’impressione che danno, ciò che traspare dagli intrecci delle ultime vicissitudini che li hanno visti protagonisti nelle ultime settimane. Quattro giorni fa Current tv ha chiuso i battenti sulla piattaforma satellitare di Sky Italia. L’azienda non ha rinnovato il contratto ad Al Gore e soci ufficialmente per il mancato raggiungimento degli obiettivi preposti. Secondo altre voci, invece, Murdoch avrebbe ricevuto pressioni da ambienti vicini alla presidenza del Consiglio, che avrebbe sempre considerato Current come un nemico politico. Nello stesso periodo il vecchio squalo australiano si è trovato coinvolto in uno degli scandali più clamorosi di tutta la sua carriera di editore: quello dell’hackeraggio illegale operato da giornalisti e manager di News of the Week a danno di personaggi pubblici e privati cittadini al fine di ottenere scoop e notizie in esclusiva. In Italia, da un po’ di tempo a questa parte, i canali e i giornali mainstream non ne parlano più: non fa più notizia, evidentemente. L’unica news che è rimbalzata nelle ultime settimane è stata quella del rilascio previa cauzione della “rossa” Rebekahn Brooks e della condanna a sei settimane per il comico-attentatore che durante l’audizione di Murdoch alla Camera dei Comuni tentò di aggredirlo con un piatto di schiuma, riuscendo soltanto a macchiargli un po’ la giacca. Nient’altro. Niente, nessun accenno all’ennesimo – undicesimo – arresto nell’ambito dell’inchiesta, questa volta a danno di Stuart Kuttner, settantunenne ex amministratore delegato di News of the World, che ha lasciato il suo incarico nel 2009. Kuttner è accusato di cospirazione nelle intercettazioni e di pagamenti illeciti ad agenti di polizia. Può darsi si tratti semplicemente di una notizia ormai scaduta, che ha terminato il suo ciclo di vita, eppure ad alcuni maligni il dubbio che si possa esser trattato di un “do ut des” resta: il silenzio sulle vicende giudiziarie in cambio della chiusura di Current. Sarà. Ad ogni modo in Gran Bretagna, dove ovviamente la notizia ha avuto un’eco completamente diversa – perché direttamente interessata alle vicende – Murdoch e la sua allegra brigata continuano a far capolino sulle prime pagine di molti giornali – escluso i suoi – e negli editoriali di molte firme importanti del giornalismo anglosassone. Attorno al magnate australiano si cuciono addirittura analisi sociologiche circa la sua solitudine (sul Guardian) oppure si raccontano aneddoti che lo ritraggono come un editore senza scrupoli che caccia i giornalisti per la sola ragione d’aver criticato il suo club preferito di baseball (Keith Obelmann, sempre sul Guardian). Dal momento che Tom Mockridge, dopo lo scandalo che ha decapitato il management di News Corp. ha preso in mano la guida di News International, la poltrona di a.d. di Sky Italia era intanto rimasta vuota. Negli ultimi quindici giorni, Laura Cioli e Domenico Labianca avevano assunto la direzione ad interim, riportando direttamente al figlio del tycoon, James, anch’egli coinvolto nello scandalo di News of the World. Da ieri il nuovo amministratore delegato è invece Andrea Zappia, che fino a ieri l’altro aveva ricoperto la carica di managing director custom group di BSkyB, dopo essere stato il responsabile di vendite e marketing per pay-tv, broadband e telefonia. Prima di questo era stato vice president sport channels e vice president marketing promotion e business development per Sky Italia. (G.M. per NL)