Sky contro la nomina di Martusciello a commissario dell’Agcom. L’ex deputato forzista sostituisce Innocenzi, messo alla porta dopo l’intercettazione delle telefonate col premier

Martusciello al posto di Innocenzi come commissario dell’Agcom: ovvero, come risolvere una situazione scomoda rendendola ancora più scomoda.

Alla fine di luglio Antonio Martusciello (foto), ex deputato forzista, tra i fondatori di Forza Italia in Campania, ex dirigente della Sipra, passato a Pubblitalia, ex sottosegretario ai Beni Culturali del governo Berlsuconi, è stato nominato dal Parlamento nuovo commissario dell’Autorità Garante per le Comunicazioni, con 132 voti, a scrutinio segreto, tra le polemiche dell’opposizione. Martusciello era andato a raccogliere la pesante eredità lasciata dal suo predecessore, Giancarlo Innocenzi, sollevato dall’incarico a seguito della pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra lui e il premier Silvio Berlusconi, in cui i due discutevano su come neutralizzare Michele Santoro. La circostanza avrebbe richiesto una risposta forte da parte del  Parlamento, appoggiato dal governo e, soprattutto, dal Presidente della Repubblica, con la nomina di un personaggio chiaramente super partes, integerrimo, senza alcuna macchia e senza l’ombra di condizionamenti da parte di nessuna fazione politica. Ne andava della dignità della figura di garante dell’Agcom. La maggioranza dei parlamentari ha, invece, votato per  Martusciello, non proprio un personaggio super partes. Mentre in agosto la politica sonnecchiava e Napolitano – addirittura – era  l’unico a tenerla sveglia, coi suoi moniti e i suoi appelli alla democrazia, al  pluralismo e con il suo netto ed “eroico” rifiuto alla nomina di Paolo Romani a ministro per lo Sviluppo Economico perché troppo vicino agli affari del premier, la notizia di Martusciello nuovo garante Agcom non aveva sollevato grandi polemiche. Due giorni fa, però, ad attività riprese, è arrivata la netta presa di posizione da parte di Sky Italia. Il suo amministratore delegato, Tom Mockridge, uomo di Murdoch in Italia, ha infatti inviato una missiva al presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, nominato nel 2005, nel penultimo anno del passato governo Berlusconi, lamentando la scarsa imparzialità di Martusciello come garante, in quanto troppo compromesso politicamente con la compagine di governo. Il contenuto della lettera è, comunque, al momento segreto e oggi stesso sarà diramata a Martusciello e agli otto componenti dell’Autorithy che, secondo i patti presi in tempi non sospetti (1997, nel corso delle manovre per la Bicamerale, tra Berlusconi e D’Alema), sono perfettamente lottizzati: quattro alla maggioranza e quattro all’opposizione. Più il presidente, scelto dall’inquilino di Palazzo Chigi: nel 2005, come oggi, da Silvio Berlusconi. (G.M. per NL)

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