"Le notizie non devono mai essere un reato". Così il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, sull’ipotesi di disegno di legge in materia di intercettazioni.
Intervenendo all’assemblea del sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Siddi ha detto che "i nodi dell’informazione, anche nelle inchieste giudiziarie da assicurare ai cittadini, allo stato non sono sciolti. Il divieto di fare cronaca giudiziaria, negando l’informazione anche sugli atti non più segreti fino al dibattimento, è un macigno che dev’essere rimosso. Quanto è noto alle parti dev’essere pubblicabile". "E la privacy invocata come motivo dei divieti – ha aggiunto il segretario della Fnsi – è un falso problema. La procedura adottata per lo stralcio sui servizi segreti nel testo di legge può essere seguita efficacemente anche per questo capitol si riprenda la legge della privacy e il Codice deontologico specifico e s’istituisca il giurì, che si pronunci sui casi di reale e dimostrata violazione entro 3-5 giorni. Invece sugli atti che potrebbero contenere elementi di privacy da tutelare si proceda con l’udienza filtro, che stabilisca ciò che va depositato e quindi diventa pubblico e ciò che invece va tutelato". "La Fnsi – ha concluso Siddi – ritiene inviolabile il diritto del cittadino a un’informazione libera e completa. Le notizie da pubblicare non le possono decidere i governi. Basterebbe solo un po’ di buon senso per fare le cose giuste, che non si vogliono fare. Il Senato ha tempo e modo, se vuole, di dimostrarlo". (ANSA)