La Siae, la società italiana di autori ed editori, si appresta a mutare la propria conformazione, convertendosi da ente pubblico ad economico imprenditoriale. Ad affermarlo è il suo presidente, Giorgio Assumma (foto), intervistato dal quotidiano economico ItaliaOggi. “La Siae, in qualità di ente pubblico, viene equiparata a un ministero e non ad un ente industriale, anche se il nostro bilancio è privato” – spiega Assumma – “che cosa comporta il cambiamento? Per esempio, essere esonerati dal versare una tassa da 20 miliardi di euro, imposta dal Ministro Padoa Schioppa. Per fortuna il provvedimento è rientrato con l’annullamento della delibera, ma serve una norma che permetta di dormire sonni tranquilli”. In sostanza, la proposta di conversione, in esame alla commissione cultura del Senato della Repubblica, porterebbe l’ente a risparmiare fino a 20 mld di euro. Mica spiccioli. Inoltre, l’ente è molto attivo su differenti fronti: è di questi giorni il protocollo d’intesa firmato con Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche e audiovisive), al fine di regolamentare la visione, all’interno di ambiti differenti dalla sala cinematografica (come scuole, piazze, circoli, aerei, navi ecc…) dei film fuori distribuzione (ovviando all’attuale situazione di lassismo nei confronti di tale pratica). “Siamo molto soddisfatti dell’accordo con Anica.” – ha continuato il presidente della Siae – “Per primi in Europa abbiamo realizzato uno strumento per riuscire a far vedere i film, fuori dalla normale distribuzione, in scuole, circoli, feste di piazza, navi, aerei e altri mezzi di trasporto”. Non che prima non fosse prassi consueta la visione di film in questi ambiti, ma la mancanza di una precisa regolamentazione faceva sì che la Siae non riscuotesse alcun compenso. “Prima se si voleva proiettare durante una festa un film, per esempio, di Rossellini o Fellini, molto spesso non si riusciva a sapere a chi pagare i diritti, inseguendo distributori e produttori”, ha continuato Assumma. Più precisamente, prima i diritti non li si pagava e basta. Dal 1° settembre, invece, la Siae realizzerà un catalogo di mille film sui quali l’ente riscuoterà i diritti spettanti ai detentori e a loro li ridistribuirà.
Un altro accordo, poi, è stato siglato tra Siae e Univideo (Unione nazionale industrie home video), riguardante il quadro normativo in materia di equo compenso per fiction e serie tv distribuite in dvd (mercato cresciuto del 70% nell’arco del solo 2006). C’è, però, un elemento di disaccordo tra i due soggetti (che va al di là dell’accordo siglato), e riguarda i bollini Siae, arma usata contro la pirateria, che, però, è tanto combattuta dagli editori di home video a causa dei rallentamenti burocratici che, di conseguenza, rallentano le vendite. “Il bollino Siae continua ad essere un ottimo strumento per bloccare le copie illecite” – ha ripetuto Assumma ad ItaliaOggi – “so quanto Davide Rossi, presidente di Univideo, insista sull’abbattimento del bollino […] ma è un buon prezzo da pagare se si vuol combattere la pirateria”. Infine, ultima arma adottata contro i pirati, sarà la cooperazione dei vigili urbani che, assieme a Carabinieri, Polizia e GdF, si occuperanno della guerra alla contraffazione. (Giuseppe Colucci per NL)