Da anni oramai Stefano Guatelli combatteva con una terribile malattia che l’aveva colpito giovanissimo, sconvolgendo la sua vita per sempre.
Ed al termine di un calvario, affrontato con dignità, lavorando sinchè le forze glielo hanno permesso, è morto ieri, all’età di 45 anni, lasciando la moglie e due bambine. Guatelli era il fondatore dell’agenzia fotografica Newpress, titolare di altre due agenzie e da sempre collaboratore del quotidiano milanese “Il Giorno”. Proprio a Milano si era svolta gran parte della sua carriera di reporter, sin dai tempi in cui, venticinque anni fa, appena ventenne, era arrivato nel capoluogo lombardo dalla provincia di Parma, aveva bussato alla porta de “Il Giorno” chiedendo un lavoro e l’aveva ottenuto. Praticamente in concomitanza con l’inizio della sua collaborazione con l’agenzia fotografica Omega di Vito Liverani. Per un quarto di secolo aveva dato sfogo alla sua passione di fotografo, non recidendo mai il cordone che lo legava al giornale delle sue origini, ma intraprendendo una carriera luminosa, condita di alcuni scoop che sono diventati leggendari nel mondo della fotografia. Come, ad esempio, quello del 1993, quando un’autobomba scoppiò in via Palestro a Milano, nei pressi del PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea. Era stato lui, precipitatosi sul posto, il primo fotografo ad immortalare la tragedia. Ma, senza dubbio, il suo più grande successo professionale fu la “cattura”, con l’obiettivo della sua Nikon, di Ferdinando Carretta, scovato a Londra, dove faceva il pony express e dove i servizi segreti italiani – e non solo – non erano arrivati nelle loro ricerche. Carretta era il figlio di una facoltosa famiglia, che aveva lasciato Parma per trasferirsi in un paradiso fiscale nei Caraibi. Nel 1989 la famiglia scompare. Si parla di un possibile omicidio, ma i corpi non verranno mai ritrovati. Madre, padre e due figli: di loro non si sa più nulla. Nove anni dopo, nel 1998, Stefano Guatelli scova Ferdinando, il figlio maggiore, a Londra. Ferdinando viene arrestato e, interrogato, confessa il triplice omicidio: dopo aver massacrato la sua famiglia, l’ha nascosta in una discarica ed è partito per Londra, dove viveva senza neppure aver cambiato nome. Carretta viene arrestato e, riconosciuto incapace di intendere e di volere, internato in un’ospedale psichiatrico, a Castiglione delle Stiviere. Nel 2004 otterrà la semilibertà. Ma per Guatelli, per cui la cronaca è la passione d’una vita, è un successo professionale incredibile, che gli dà grossa notorietà. Cinque anni fa, poi, arriva la malattia che, implacabile, lo porta a spegnersi, nella giornata di ieri, a Milano. Domani, alla chiesa di San Gabriele, in via dei termopili, a Milano si terranno i funerali alle 14.45. (G.C. per NL)