La componente SDK introdotta nella rilevazione Audiradio per la raccolta dell’ascolto radiofonico on demand in abbinamento a quella CATI per la fruizione lineare, potrebbe spingere gli editori ad investire sul “rumore”, anziché sul valore seguendo la strada del shock the content, una tendenza che premia il trash e l’eccesso in generale.
Il tema è quanto mai attuale, sulla scorta della decisione del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle c.omunicazioni, che, nella riunione del 16 aprile 2025 (con il voto contrario della commissaria Elisa Giomi), ha sanzionato la società Il Sole 24 Ore S.p.a. per 150.000 euro per la violazione dell’art. 30 del Testo Unico dei Servizi di Media audiovisivi e del Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona, in relazione a quanto accaduto nella puntata del 28 novembre 2024 del programma radiofonico “La Zanzara”, di Radio24 – Il Sole 24 Ore.
Spiega Agcom in un comunicato: “La violazione accertata riguarda le gravi espressioni utilizzate dall’ospite Vittorio Feltri nel corso del programma “i musulmani, ma io gli sparerei in bocca” e “io non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori”. Tali affermazioni sono state ritenute suscettibili di diffondere, propagandare o istigare l’odio e la discriminazione nei confronti di un gruppo di persone, in palese contrasto con l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Il ruolo dei conduttori
Secondo l’Autorità, “La condotta di Giuseppe Cruciani e David Parenzo nella trasmissione, seppure distinta e differenziata rispetto alle opinioni dell’ospite, non ha efficacemente impedito gli effetti di tali affermazioni. Copia della delibera sarà inviata all’Ordine dei giornalisti della Lombardia per le valutazioni disciplinari di competenza”.
Fa più danni la contestazione che il fatto
Al di là del merito della questione (che apre semmai considerazioni di altro tipo, che normalmente non appartengono ai topic di questo periodico), l’amplificazione della notizia su social e testate di ogni tipo, ha ridato risalto alla vicenda – anzi, l’ha dato, posto che la stragrande parte del pubblico nemmeno ne era a conoscenza – spingendo all’ascolto differito del contenuto contestato da Agcom, a tutto vantaggio dell’audience di Radio 24, che con ogni probabilità, monetizzerà cifre ben superiori al valore della sanzione.
Il business dell’eccesso
Ma, a ben vedere, non è nemmeno questo il problema.
Quel che c’interessa evidenziare, è che trasmissioni come La Zanzara o Lo Zoo di 105, che concettualmente si fondano sulla somministrazione di temi (di attualità politica, economica, sociale, culturale) in forma esacerbata, troveranno nell’integrazione della componente elettronica della rilevazione Audiradio (rispetto alla metodologia CATI) attraverso il sistema SDK (Software Development Kit, in sperimentazione in questa prima fase della nuova indagine), che misura l’ascolto differito (quindi catch up e podcast), la massima valorizzazione.
Ascolto sfuggente
Fino ad ora, infatti, l’ascolto radiofonico on demand, nell’ambito della diffusione del medium nel paese, è sostanzialmente sfuggito alla rilevazione TER (Tavolo Editori Radio, la preesistente indagine sull’ascolto, basata esclusivamente sulla metodologia CATI e quindi sul ricordo dell’ascolto), annegato nel dato lineare o comunque della certificazione della penetrazione del brand.
Come funziona il sistema SDK
Ora, però, il Software Development Kit integrato nelle piattaforme proprietarie (app, player sito, piattaforme) delle emittenti, riconoscendo i contenuti audio non lineari (come detto misurati col sistema dell’intervista telefonica, a prescindere che l’ascolto sia broadcast o IP), attraverso sistemi di watermarking o fingerprinting, consentirà di valorizzare una forma di somministrazione delle produzioni radiofoniche che da altre parti del mondo (come negli USA) sta dando risultati di audience interessanti.
Scrolling
Poiché il trash colpisce subito – urla, litigi, situazioni grottesche e personaggi sopra le righe attirano l’attenzione in breve tempo, elemento questo fondamentale in un’epoca dominata dallo scrolling compulsivo – ben si può comprendere come l’introduzione di una rilevazione SDK possa spingere gli editori a sfruttarne le caratteristiche tipiche, fino magari ad abusarne.
La leva emozionale
Contenuti d’attualità trattati col supporto di improperi e scontri verbali, stimolano infatti reazione immediata — sotto forma di ilarità, indignazione o condivisione emozionale — spingendo l’utente a diffonderli sui social, rendendoli virali. Al contrario, una esposizione pacata dello stesso tema richiede tempo, attenzione e riflessione per la sua diffusione. Qualità sempre più rare nell’ecosistema digitale odierno.
Trash più accessibile
Va poi annotato che il trash è più accessibile: non richiede competenze o background culturale per essere compreso. Ciò lo rende appetibile a un pubblico vastissimo, mentre gli stessi contenuti esposti con espressioni meno aggressive, rischiano di sembrare elitari o noiosi.
Più rumore che valore
Il trashing è anche alimentato dagli algoritmi degli stessi social media, che tendono a privilegiare ciò che genera più interazioni, a prescindere dalla qualità. Così, il rumore ha la meglio sul valore.
Shock the content
È una dinamica nota agli intervistatori più abili e scaltri, che premia lo shock anziché la sostanza; l’apparenza più del contenuto.
Memetica
Il trash, peraltro, si presta perfettamente alla memetica (neologismo che si riferisce alla traduzione in meme dei contenuti). Gif, reel, parodie e reaction, alimentano la viralità di contenuti caratterizzati da volgarità, eccesso ed estremizzazioni. Non a caso un contenuto esposto pacatamente raramente è memetizzato.
Perché il trash vince
In sintesi, il trash vince perché è rapido, semplice, emotivo e adattabile. Ma ciò pone interrogativi seri non solo sulla qualità dell’informazione e sul ruolo educativo dei media, ma anche sull’impatto che può avere sulla rilevazione SDK che misura da quest’anno la componente differita dell’ascolto radiofonico.
Il rischio di una rincorsa verso l’esagerazione
Il rischio, quindi, è quello di alimentare la rincorsa verso l’esagerazione ed il superamento dei limiti, per rendere virali contenuti al solo scopo di favorire l’ascolto differito di contenuti già trasmessi (catch up) o di creare spin-off estremi in versione nativa digitale (podcast) di programmi già carichi di rumore nella forma lineare.