Le reti televisive italiane sono tutte, per tradizione, politicizzate. Certo, fino a poco tempo fa, tale politicizzazione era un po’ più velata, ad un livello più subliminale, però è sempre esistita. Dai tempi della ripartizione delle tre reti Rai (Raiuno alla Dc, Raidue al Psi e Raitre al Pci) alla ventata di “berlusconismo” portata dai canali Mediaset dopo la discesa in campo del leader di Forza Italia, non si può certo dire che l’informazione televisiva italiana sia mai stata realmente svincolata da interessi ed obblighi nei confronti delle differenti compagini della politica di casa nostra. Ma da alcuni mesi sono stati rotti gli indugi e, data la credibilità del mondo politico, oramai cronicamente in picchiata, è arrivato il momento di risollevare le sorti dei nostri funzionari (o “dipendenti” come ironicamente – ma non a torto – li chiama Beppe Grillo) scaraventandoli davanti ad una telecamera in pose distese, magari in abbigliamento casual, a “dialogare” con la gente, a mostrare che anche loro sono esseri umani in carne ed ossa come tutti noi, certo un po’ privilegiati, ma sempre in carne ed ossa. Ed allora, anche sul satellite, è partita la guerra tra i poli: “Nessuno tv”, diretta da Luciano Consoli, ex consigliere per l’editoria del ministro D’Alema, oltre che imprenditore del ramo editoriale, sarà il prossimo organo ufficiale del nascente Pd (ma già si dà da fare per risultare più che accomodante nei confronti del Governo), mentre la “Tv delle libertà”, diretta da Michela Brambilla, fa già parte dell’entourage editoriale della CdL. Lo scorso 15 giugno su “Nessuno tv” è stato inaugurato l’appuntamento “Il mio consiglio” (tanto pubblicizzato dal portavoce del Governo, Silvio Sircana): una parata di ministri, intervistati uno ad uno ogni settimana dagli accomodanti giornalisti della televisione satellitare, per spiegare in maniera colloquiale la propria mission agli spettatori. La prima è stata Livia Turco (foto), dopo la quale si sono succeduti Vannino Chiti, Alfonso Pecoraro Scanio, Giovanna Meandri, Rosy Bindi, Alessandro Bianchi, Giuseppe Fioroni e Cesare Damiano. Il tutto senza che alcun particolare contratto sia stato sottoscritto tra il Consiglio dei Ministri e la tv: niente bando di gara, nessun introito economico per il cdm. Soltanto un accordo verbale tra “amici”. Da Palazzo Chigi, intanto, ci tengono a far sapere che, alla richiesta da parte del team di Consoli di poter intervistare un ministro ogni settimana, il cdm ha accettato di buon grado, in cambio della restituzione del materiale video (ripulito dal logo dell’emittente) da immettere all’interno del portale del Governo, www.governo.it.
Sull’altra sponda del fiume, invece, in casa CdL, il corrispettivo de “Il mio consiglio” e di “Nessuno tv” si chiama “Tv delle libertà”, creata e gestita dalla “rossa” Michela Brambilla, allieva prediletta del Cavaliere e futura candidata leader del centro-destra. La “Tv delle libertà”, surrogato di quei “Circoli delle libertà” un tempo affidati a Marcello Dell’Utri ed oggi gestiti proprio dalla Brambilla. Insomma, una guerra reciproca a suon di informazione “indirizzata” che, alla fine dei conti, pare non favorire nessuno. (Giuseppe Colucci per NL)