Settimana settoriale. Radio: satellite in picchiata, ma forse salvo in extremis. Bene pubblicità, ma Googe archivia radio automation

Tv. Il digitale controverso: mini switch-off in TAA senza traumi, ma prova del nove è ben altra. Europa 7 potrebbe ritardare ancora inizio trasmissioni


La settimana passata ha interessato il settore radiofonico perlopiù per le vicissitudini della radio digitale satellitare, che da mesi vive una crisi devastante che l’ha spinta sempre più verso un fallimento ai più parso invero inevitabile. Sirius XM, da tempo sul bilico della bancarotta, è sembrata spacciata fin quando, in extremis, è giunta la notizia di una possibile scialuppa di salvataggio. E se non si schianta il satellite, lo fa invece la radio negli ascensori statunitensi, indice di una stagione ormai conclusa, anche se la decisione di Google di chiudere l’eperienza della radio automation fa riflettere pure a riguardo dei new media.
Meno male che almeno l’antico medium si salva in tema di raccolta pubblicitaria, proprio quando gli altri mezzi affondano.

Per il consueto appuntamento con la storia della radiotelevisione privata italiana abbiamo questa settimana trattato la triste vicenda di Paolo Brasola, il fondatore della mitica Radio City Milano FM 87,6.

Che il digitale sia il futuro della televisione è certo, ma lo sconforto regna tra gli editori locali, chiamati a ingentissimi investimenti in un momento economico durissimo, con procedure molto criticate ai tavoli tecnici istituzionali, anche per problemi tecnici e politici sottaciuti o trascurati.
Pochi hanno esultato per i risultati positivi dello switch-off in Trentino: un po’ perché la popolazione interessata era complessivamente meno di quella di un quartiere milanese e poi perché la sensazione è che molti utenti si siano rifugiati nel meno dirompente satellite, abbandonando forse per sempre la tv terrestre. E tanto è forte questo timore da essere già (ri)scoppiato il caso “decoder unico” alla vigilia della partenza di Tivù, la criticata piattaforma satellitare alternativa a SKY voluta da RAI, Mediaset e La 7. A conferma dello scarso interesse della popolazione per la tv digitale, anche il sostanziale silenzio sull’esito dichiarato eccellente della sperimentazione torinese del DVB-SH.

Chi pensava che la vicenda Europa 7 si fosse conclusa con il risarcimento milionario a Di Stefano (che pretendeva fosse plurimiliardario) e l’assegnazione del canale VHF 8 deve ricredersi: ai radiofonici questa attribuzione non sta per niente bene. I consorzi DAB-T si sono infatti coalizzati ed hanno impugnato al TAR il provvedimento amministrativo di assegnazione di tale risorsa frequenziale, in quanto ritenuo lesito dei relativi interessi legittimi, considerato che ritengono il canale VHF 8 non integralmente attribuibile a Di Stefano, ma destinato ad un uso promiscuo. Vedremo come finirà pure questa ennesima bagarre, anche se la sensazione è che questa iniziativa, tutto sommato, sia utile ad Europa 7 per tornare a protestare e posticipare il dispendioso inizio delle trasmissioni estive (di cui, invero, non si è nemmeno sentito parlare).

L’estate porterà anche un’ulteriore scadenza per un centinaio di tv: quella della uniformazione delle 200 frequenze VHF attualmente impiegate nel range 174-230 MHz alla canalizzazione europea (da cui appunto è emerso il canale 8), con ulteriori disagi per le regioni nel frattempo non ancora digitalizzate.

Per continuare a parlare di lotte, se non è guerra, almeno son scaramucce quelle tra SKY e Conto Tv, mentre con un colpo di spugna è stata cancellata l’era Mentana a Mediaset, anche se con effetti collaterali.

In un mare di diffusa disperazione commerciale, pare salvarsi solo DMT che, in controtendenza, dichiara un fine 2008 in ripresa per il towering.

Nessuna buona nuova nemmeno per l’editoria, che continua una lenta discesa negli inferi , che la crisi economica internazionale ha solo accentuato.
Almeno passa al Senato il decreto mille-proroghe, che contiene anche norme relative ai contributi pubblici all’editoria, riconfermati anche per il 2009.
Negli USA, la crisi spinge i nuovi media e le newsletter super-specializzate: un nuovo rapporto del Project for Exellence in Journalism ha fotografato un quadro in cui sono sempre meno i reporter nella capitale in grado di fare le bucce all’azione dei governo. Scopriremo così se un evento nefasto possa almeno emergere qualcosa di positivo.

Positivo e clamoroso è già invece il successo su Internet di Facebook, che si estende a vista d’occhio e diventa il sesto “paese” più popoloso del mondo.

Sul fronte normativo, torna d’attualità il D. Lgs. 81/2008 recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, per il quale s’impongono misure d’adeguamento per le imprese.

Importante decisione giurisprudenziale sui limiti dell’attività giornalistica. A pronunciarsi è la Corte europea dei diritti dell’Uomo con la Decisione, Sez. V, 05/02/2009, n. Requete no. 42117/04. Giurisprudenza nazionale invece per la responsabilità degli Internet Service Provider.

Interviene sulla cronaca anche il Garante della privacy, per il quale i mezzi di informazione sono tenuti a tutelare la riservatezza dei minori coinvolti nei fatti di cronaca , evitando la diffusione di dettagli personali che, seppur in maniera indiretta, li rendano pubblicamente riconoscibili.

In pole position, naturalmente, anche il tema “intercettazioni“. Per la stampa le indagini diventano top secret: il Parlamento mette il bavaglio alla stampa.
Si parla poi, come sempre del resto, di pirateria. Meglio però se in certe occasioni.

Concludiamo ancor una volta trattando di elettrosmog: il TAR Abruzzo ha deciso che le antenne radiotelevisive localizzate a San Silvestro, a Pescara, dovranno abbassare le emissioni e lasciare la collina.

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