Settimana settoriale. Niente male anche questa volta: il settore radiotelevisivo ed editoriale ha di che preoccuparsi. Come sempre

Gli italiani sono disperati per l’IVA di Sky: sopravvivranno all’aliquota del 20%? Problema che non tocca ARPA Veneto, grazie al regalo del 33% di retrocessione delle sanzioni irrogate dagli enti. Brutte nuove da tutto il mondo per la radio digitale


Come abbiamo già osservato, pare che il problema più grave che affligge l’Italia in questi giorni sia la soppressione dell’IVA agevolata – che peraltro era temporanea fino al consolidamento tecnologico – della pay tv satellitare di Murdoch, che intanto ha deciso di ospitare solo parzialmente sulla sua piattaforma Mediaset (il Biscione però si consola entrando in Premiere). Così, associazioni di consumatori a scarso di idee per acquisire nuovi iscritti si lanciano nei triti proclami in difesa dell’utenza e del solito pluralismo informativo. Nel frattempo, le emittenti tradizionali vivono problemi più terreni: oltre al classico nodo delle interferenze, ha allarmato l’iniziativa del Consiglio Regionale Veneto, che ha deciso di premiare l’Agenzia regionale protezione ambiente retrocedendogli il 33% dei ricavi da sanzioni per elettrosmog. Non che se la passino meglio le nazionali minori, come dimostrano i licenziamenti di La 7 che continuano a tenere banco. Intanto, il sottosegretario alle Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico Paolo Romani, dopo il fallimento della precedente gara per l’assegnazione delle presunte frequenze televisive libere per l’analogico (a proposito, che fine ha fatto il provvedimento?), ci ritenta annunciando un improbabile bando per il dividendo digitale. E a proposito di digitale: nel tempo in cui si sono perse le tracce delle sperimentazioni italiane in tema di radiodiffusione sonora numerica, il digitale satellitare è giunto ad un passo dal baratro negli USA, dove già va male il DRM e la radio commerciale in generale. E anche Worldspace non sta bene, tanto che Class Editori si è proposta come capocordata per salvarla. Insomma, la cara e vecchia FM (per la quale continua la caccia alla prima radio privata italiana…) rimane una roccia contro la quale si sgretolano i numeri della radiofonia digitale. Chi vuole fare ascolti (occhio che scadono i termini per l’iscrizione ad Audiradio 2009) lo farà ancora a lungo con i tradizionali impianti in modulazione di frequenza. Intanto, sempre in tema di radio, anche la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia fa giurisprudenza, precisando che le attività svolte dalle onlus radiofoniche devono essere esclusivamente destinate alle persone svantaggiate. Caldo come sempre anche il tema del diritto d’autore: la notizia della settimana è che SIAE e Creative Commons (cioè gli opposti) si potrebbero addirittura incontrare. Euforia in tema di informazione, con la CNN che lancia un attacco frontale alle più grandi agenzie di stampa del mondo: Cnn Wire nasce con l’obiettivo di offrire un servizio di qualità a costi inferiori dell’agenzia leader di mercato, l’Associated Press. In tema di editoria, mentre le intercettazioni telefoniche tornano alla ribalta con il caso La Nazione, Bonaiuti dichiara “aboliremo o innalzeremo il tetto dei contributi di 4 milioni per testata”.

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