L’editore della “rete fantasma” Europa 7, Di Stefano, dopo la “consegna” della frequenza VHF 8 non vuole pedalare perché dice di non aver mai voluto una bicicletta, ma una Ferrari. Così lascia intendere che la partita con è ancora chiusa, anche perché in questi giorni il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla sua richiesta di danni allo Stato italiano (quindi a noi tutti): 3,5 miliardi di euro in caso di mancata assegnazione e 2,16 qualora le frequenze ci siano. La questione è stata pure oggetto di un’interrogazione parlamentare, ovviamente del PD. E sempre di frequenze si parla ai nuovi tavoli digitali istituiti a Roma da Agcom per lo switch-off in Piemonte ed in Trentino, sebbene continuino ad essere lanciati allarmi in ordine alle modalità di gestione della nuova tecnologia trasmissiva (che peraltro in Sardegna sta alterando equilibri consolidati nell’audience).
Ma la tv, si sa, è sempre al centro dell’attenzione nel nostro Paese, sicché, mentre poco spazio è stato dato dai mezzi d’informazione alla spaventosa voragine dei costi di produzione RAI, censurata dai consumatori, a sorpresa, è ricomparsa la tv mobile, data ormai per spacciata. Ma non si tratta solo del DVB-H, bensì anche del Wi-Fi ad usum televisivo, a dimostrare, semmai ce ne fosse bisogno, che ogni futura iniziativa editoriale sarà webcentrica (a proposito, gli italiani si scoprono tradizionalisti anche su Internet!).
Tempi duri ci aspettano anche in Europa, tanto più che pare che il fondo della crisi internazionale dovrà ancora arrivare (si parla di marzo 2009). Poi, forse, si riprenderà. C’è quindi poco da ridere, anche perché il brevetto dello smile 😉 se l’è comprato un russo che adesso vuole le royalties su ogni sorriso…
Un po’ meglio pare andare per le tv locali, che potranno per ora godere (attraverso la pubblicità) degli effetti indiretti della vittoria ottenuta al TAR dagli operatori telefonici contro le delibere Agcom n. 97/08/CONS e n. 348/08/CONS che imponevano il blocco automatico delle chiamate a pagamento (ma Agcom ed associazioni di consumatori preannunciano una durissima battaglia al Consiglio di Stato).
Intanto qualcuno ha colto il segnale dell’accordo tra Agcom e Co.Re.Com. per il potenziamento dei servizi di controllo sul territorio come una volontà politica di sottrarre poteri al Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, per tramite dei bistrattati Ispettorati territoriali, di cui più volte ci siamo occupati su queste pagine.
Mentre l’editoria stampa precipita, tanto che anche il colosso nostrano RCS corregge il tiro per il 2009, quella radiotelevisiva galleggia o addirittura cresce, come negli USA fanno le web-radio. Ma solo perché iPhone va alla grande e pare costituirà la naturale integrazione della FM digitale, come dimostra, peraltro il boom di Finelco Digital Media e l’interesse dei discografici (che iniziano a battere cassa oltreoceano). Già, perché mentre del digitale radiofonico terrestre nelle sue varie evoluzioni si dibatte più o meno vacuamente, la radio in onde medie va a fondo, a suggellare la sensazione diffusa che della relativa digitalizzazione non frega niente a nessuno, essendo tutti gli occhi puntati sulle tre W (anche Google sta rafforzando le iniziative ai confini operativi, preparandosi a lanciare un proprio sistema operativo).
Intanto, tra giornalisti trasferiti d’ufficio, arrestati, o presunti diffamati, una magistratura che, al solito, perquisisce redazioni e cronisti, ed il diritto di cronaca ai domiciliari (nel senso che, oramai, l’informazione vera è quella casalinga, su Internet, anche se pure Wikipedia ha le sue grane), registriamo purtroppo anche questa settimana alcuni lutti. Ci hanno lasciato infatti: Carlo Caracciolo, fondatore di Repubblica ed editore de L’Espresso, Felice Bernasconi, storico protagonista di Antenna 3 Lombardia, Horst Tappert, meglio conosciuto come l’ispettore Derrick, e, prematuramente, Lello Olezza, noto conduttore di una tv locale pugliese.