Se l’elettrosmog può causare invalidità

Lo afferma una sentenza statunitense: è innegabile che un impiegato di AT&T sia stato esposto ad emissioni che ne hanno pregiudicato la salute. E l’azienda di TLC ora deve pagargli le cure


da Punto Informatico

Anchorage (Alaska) – L’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche è oggetto di ricorrenti diatribe: si affollano gli studi volti a dimostrarne l’incidenza sulla salute dell’uomo, prontamente contraddetti da altri report, talvolta sponsorizzati dall’industria di settore. Per la prima volta, però, segnala Engadget Mobile, è la magistratura ad assumere una posizione decisa, e a riconoscere l’invalidità totale ad un dipendente di AT&T, esposto per lavoro all’elettrosmog.

Forti mal di testa e bruciore agli occhi, la sensazione di una mente meno pronta e repentini cambi di umore. Questi i sintomi riscontrati nel 1998 da John Orchitt, dipendente di AT&T che, in seguito ad un controllo di sicurezza, ha appreso di essere stato esposto per qualche minuto, il tempo di installare un’apparecchiatura informatica, a radiazioni ad una frequenza di 6 Gigahertz, 90 Watt di potenza, per un errore commesso dall’ingegnere incaricato di vigilare sulla sicurezza sul luogo di lavoro.

Orchitt, riporta EMR Policy Institute, un’organizzazione non profit che preme per la sensibilizzazione riguardo alle conseguenze dell’elettrosmog, si è rivolto al suo neurologo, che, mediante una risonanza magnetica, ha riscontrato l’esistenza di piccole aree di ipersensibilità, localizzate presso i lobi frontali del suo cervello. L’impressione di Orchitt è stata confermata da ripetuti esami e da numerosi medici, fra cui un membro della IEEE International Committee on Electromagnetic Safety (ICES): i malesseri che lo affliggevano erano dovuti alla sovraesposizione alle onde elettromagnetiche.

Il dipendente di AT&T si è rivolto all’Alaska Workers Compensation Board per ottenere dal gigante delle telecomunicazioni il riconoscimento della causa di servizio e il pagamento delle spese mediche. Un’istanza approvata dall’ente, che ha però incontrato l’opposizione di AT&T, pronta a dichiarare che le emissioni alla quali Orchitt era stato esposto si collocavano al di sotto delle soglie stilate dalla Federal Communication Commission, oltrepassate le quali si può rilevare un pericolo per l’uomo.

È così che la questione, in un rimbalzare di risoluzioni che riconoscevano ad Orchitt la disabilità e richieste d’appello da parte di AT&T, è giunta fino alla Corte Suprema che, considerate le prove mediche presentate dagli avvocati di Orchitt, ha ribadito le scelte dei tribunali di ordine inferiore. A Orchitt verrà riconosciuta l’invalidità totale in seguito ai danni fisici, psicologici e cognitivi imputabili alla sovraesposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

L’EMR Policy Institute è pronto a scommettere che il caso Orchitt costituirà il precedente capace di aprire la strada ad un progressivo riconoscimento dei rischi che corrono coloro che sono esposti quotidianamente all’elettrosmog, e all’adeguamento di un quadro legislativo ancora troppo incerto.

Gaia Bottà

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