Purtroppo, in momenti come questo, ci si trova a dover commentare anche questo genere di notizie, anche se vorremmo che notizie, queste, non lo diventassero mai.
Siamo pienamente d’accordo con quanto scritto, nei giorni scorsi, dalle pagine di questo periodico, dal nostro direttore: certe esternazioni andrebbero relegate alle piattaforme dalle quali vengono generate, più è la pubblicità che si riserva loro, più si rischia che una bravata di pochi, per fortuna, rischi di tramutarsi in un polverone, quando non lo è. Se bisogna parlarne, però, ne parliamo. Il Paese reale, come dice il ct Marcello Lippi, per fortuna, è un altro. Il Paese reale è, infatti, quello che fa il pieno d’ascolti, tanto sulla Rai – che ha fatto registrare un boom di 19 milioni di telespettatori, un’immensità – quanto su Sky, dove i telespettatori sono stati 2,6 milioni. Un terzo, bello tondo, di italiani che, nonostante le critiche, gli scetticismi, una Nazionale non propriamente favorita e non costruita per vincere, si emozionano ancora sulle note dell’inno di Mameli, si emozionano vedendo gli occhioni verdi di Cannavaro rivolti al cielo e lo ricordano con la Coppa del Mondo tra le mani, appena quattro anni fa. Gli italiani amano l’Italia e la Nazionale di calcio, che Radio Padania, Matteo Salvini e quanti, speriamo in minoranza, nella Lega, se ne facciano una ragione. E continuino pure a gufare, a tifare contro, a coagulare quelle poche decine di migliaia di “italiani” che la pensano come loro. Immaginiamo come abbiano sofferto quattro anni fa, il 9 luglio, mentre l’Italia intera si riversava nelle strade per esprimere l’immensa gioia che si deve alla conquista della Coppa del Mondo di calcio. Gigi Riva, uno dei simboli del nostro mondo del pallone, li ha definiti “gente ignorante che non può capire cosa significhi sentirsi italiano” e ha invocato la politica a “intervenire perché il nostro Paese vive uno stato di confusione e di caos. Alla lunga, situazioni del genere potrebbero provocare problemi”. Queste cose, effettivamente, come scrive Marco Ansaldo sulla “Stampa”, non accadono nemmeno in paesi dove le divisioni interne sono molto più marcate e delicate di quelle esistenti da noi: stiamo parlando della Spagna e del Belgio, ad esempio. Ad ogni modo, e per fortuna, anche sulla pagina Facebook di Radio Padania si sono letti interventi di tifosi, leghisti, indignati per lo spettacolo offerto dalla loro emittente. Per chi ha avuto l’opportunità di visionare l’intervista di Matteo Salvini, non occorrono altri commenti.Domani, comunque, l’Italia giocherà il suo secondo e decisivo match contro la Nuova Zelanda. Ci aspettiamo una vittoria, ma anche qualora non dovesse arrivare, non sarà un dramma. Il nostro orgoglio va ben al di là di una partita di calcio. Che si vinca o che si perda, viva l’Italia, il resto…è Radio Padania. Ma a noi non interessa più di tanto. (G.M. per NL)