“Il Papa non ha certo commentato, un commento del Santo Padre, o qualunque sua esternazione sarebbero davvero troppo onore per questa gente”. Con questa lapidaria esternazione, tratta da un’intervista telefonica rilasciata all’agenzia di stampa AdnKronos, il collaboratore del Papa (anch’egli preso di mira dalla satira di Crozza – foto – e Fiorello), Georg Ganswein, mostra il proprio punto di vista (che, poi, è quello di tutto il mondo clericale, indistintamente, maneo ufficialmente…) in merito alla vicenda che ha visto protagonisti i comici Crozza, Fiorello e Luciana Littizzetto, rei d’aver mancato di rispetto al pontefice e a tutto il mondo clericale con la propria satira, a parere dei detrattori, “prive di livello intellettuale” (commento che da solo dimostra la tolleranza, l’elasticità e la disponibilità al confronto…) e con l’unico obiettivo di “screditare uomini di Chiesa” (allora siamo ai limiti della persecuzione?). Chi ha assistito alle performance dei tre straordinari comici può farsi un’idea autonomamente dell’accaduto, magari cercando, per una volta, di essere obiettivi nel trattare l’argomento-Chiesa e di non farsi prendere dai soliti timori di irriverenza nei confronti delle sacre autorità clericali. Da più parti (specie tra i vertici Rai) ci si è affrettati (come al solito) a “correggere” il tiro della satira, a nascondere l’intento offensivo e a lasciar trasparire solo l’ “innocenza” delle battute rivolte al pontefice e al suo entourage. Il direttore di Rai2, Mauro Mazza, ha definito “affettuosa” la satira di Fiorello, pur impegnandosi perché non ci siano più i termini per instaurare una polemica con la curia pontificia. Fiorello, da par suo, definisce la bagarre “una polemica che non sta né in cielo né in terra”, sdrammatizzando con un “non credo che andrò all’inferno per questa cosa”. Già, perché altrimenti davvero pochi di noi avrebbero speranza di non andarci. Inclusi i prelati. (G.C. per NL)