Non siamo tra quelli che pensano che il processo di liberazione della banda 700 MHz per l’avvio del 5G e contemporaneamente del digitale televisivo terrestre di seconda generazione sarà l’ennesima tragedia dell’etere. O almeno non necessariamente. Secondo noi, anzi, il refarming potrebbe essere l’attesa occasione per correggere una serie di storture determinate dal passaggio della televisione dall’era analogica a quella digitale, quantomeno per ciò che riguarda il comparto locale. Deformazioni solo in parte ascrivibili al legislatore, all’esecutivo ed al regolatore, in quanto grandissima responsabilità dei pasticci determinatisi sono riconducibili alla boria degli editori stessi ed ai suggerimenti dei loro consigliori.
Quattro network provider “puri” per regione di alta affidabilità tecnica e strutturale in luogo della attuale platea eterogenea di 500 operatori (tra pochi altamente qualificati e molti peones) ed un migliaio di concreti fornitori di contenuti a fronte di quasi 5000 titoli per ben oltre la metà meramente cartacei, potranno restituire quella dignità perduta ad un settore che, abbagliato da un fantomatico eldorado digitale, si è trovato subito impantanato come Napoleone nella Campagna di Russia.