Sembrerà scontato ma, come devono aver pensato gli editori del Washington Post, per restare al passo coi tempi c’è bisogno di dirigenti giovani, abituati a vivere in una società sempre più multimediale. Se poi ci aggiungiamo il fatto che il mitico giornale, punto d’origine del caso Watergate, non produce utili da ormai cinque anni il gioco è fatto, e la cura da cavallo è servita: riduzione del personale, azzeramento dei vertici aziendali e iniezione di giovanilismo. A dirigere la Washington Post Media (società che riunisce l’edizione online del quotidiano, quella cartacea, il settimanale Newsweek e una serie di tv locali) arriva quindi la 42enne Katharine Weymouth, nipote di Donald Graham, storico presidente della Washington Post Company. Mentre alla guida del giornale arriva il 46enne Marcus Brauchli, già direttore del Wall Street Journal. L’obiettivo dichiarato è quello di ridare smalto all’edizione cartacea del giornale e rilanciare l’edizione online, il cui sito al momento riesce a generare solo un sesto dei contatti di quelli del New York Times. Vedremo quindi se la coppia di quarantenni rampanti riuscirà a fare il suo dovere, riportando il Post ai fasti di un tempo. Ancora una volta noi italiani non possiamo fare altro che restare a guardare. Nel nostro paese rivoluzioni di questo tipo sono praticamente impensabili e prima di avere un 40enne alla guida di un grande quotidiano nazionale dovremmo probabilmente aspettare almeno un altro paio di decenni, nella speranza che le testate italiane falliscano prima, e vengano poi soppiantate dalle edizioni online dei quotidiani stranieri. E magari tradotte in italiano. (Davide Agazzi per NL)