Dopo anni di tira e molla, ricominciano le trattative per la fusione delle due principali società di broadcast towering italiane: Rai Way (per il 64,97% di RAI e per il resto azionariato diffuso) ed EI Towers (del fondo F2i per il 60% e per il 40% di Mediaset). A discuterne, ora (e per ora) non sono direttamente le società, ma gli azionisti.
Come avevamo ipotizzato l’ultima volta che ne avevamo parlato su queste pagine, la prospettiva negoziale vede Rai Way acquisire azioni di EI Towers e non viceversa (come qualcuno aveva ipotizzato). Creando una super tower company da oltre 2 miliardi di euro di valore.
A settembre in CdA Rai Way, ma fino a dopo il 25/09 non si farà nulla di concreto
Il dossier, secondo le indiscrezioni di stampa, arriverà a settembre sul tavolo del CdA di Rai Way, ma, con ogni probabilità, non se ne farà nulla fin dopo le elezioni. Tutti gli analisti sono però d’accordo: la fusione avrebbe un forte impatto sul settore delle telecomunicazioni italiane.
Governance
Piuttosto, il problema sarà la governance della newco: secondo il Dpcm del 22/03/2022, di cui abbiamo parlato diffusamente su queste pagine, Rai non può scendere al di sotto del 30% del capitale sociale di Rai Way.
Sotto il 51% grazie a Draghi
A marzo di quest’anno il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva infatti firmato un decreto che consentiva a Rai di scendere sotto il 51% di Raiway, aprendo di fatto al processo di consolidamento nel settore del towering (prevalentemente broadcast). In quell’occasione avevamo proprio scritto come il provvedimento costituisse “la premessa per una possibile integrazione fra i due superplayer del towering: Raiway ed EI Towers”.
Il valore di Raiway e di EI Towers
Relativamente ai valori dell’operazione, Raiway è stata quotata nel 2014 con una capitalizzazione di 1,3 mld di euro, mentre Ei Towers è periziata 437 milioni di euro in termini di valore di carico (il che implica una valutazione complessiva della società superiore ad un miliardo). Il nuovo player integrato potrebbe quindi valere oltre 2 mld di euro.
Non solo torri
Peraltro, i due operatori non hanno interessi solo nella gestione delle torri di trasmissione, ma anche nella veicolazione di contenuti sul digitale televisivo terrestre nazionale e locale, a seguito dell’aggiudicazione della quasi totalità dei diritti d’uso delle reti di 1° livello e in qualche caso di 2° livello a seguito del refarming tv. (E.G. per NL)
foto antenne di Floriano Fornasiero