Il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani ha annunciato che il Governo italiano invierà a breve un nuovo documento a Bruxelles in risposta ai chiarimenti chiesti dalla Commissione Europea sulle norme in materia di frequenze approvate di recente dal Parlamento. La documentazione sarà corredata anche da alcuni chiarimenti in generale sul sistema televisivo nel nostro Paese, a integrazione delle informazioni già consegnate alla Ue e ritenute “ancora incomplete” dagli organismi competenti di Bruxelles.
“Confermo che sono in corso colloqui con gli uffici dei commissari alla Concorrenza, Neelie Kroes, e alle Tlc, Viviane Reding – ha detto Romani – ; una delegazione di giuristi e tecnici ha già avuto un lungo colloquio con gli uffici Ue e ha consegnato un documento di risposta ai venti quesiti posti da Bruxelles. Ora invieremo un ulteriore approfondimento e probabilmente ci sarà un nuovo incontro ancora a livello tecnico, nella prospettiva di un colloquio tra me e il commissario Kroes alla fine di questo percorso di approfondimento. Ho l’impressione che i contatti stiano procedendo bene e che possano avere risultati positivi”.
I Commissari europei hanno contestato al nostro Governo l’incompletezza delle risposte sulle norme relative alle frequenze e la fase di procedura di infrazione delle normative UE sulla legge Gasparri aperta nel 2006. “Abbiamo risposto a tutte le domande che si riferivano prettamente al parere motivato – conclude Romani – ; le richieste di chiarimento Ue vertevano però anche su altri temi: si sta affrontando complessivamente il problema del settore Tv nei rapporti con l’Europa. Di qui la necessità di ulteriori approfondimenti”.
Nei giorni scorsi, per la verità, il Sottosegretario si era espresso in forma assai più dura: “L’Italia non può accettare che dalla Commissione Ue arrivi una richiesta che pretende un dividendo sulla Tv analogica nel momento in cui stiamo passando al digitale. Questo vuol dire che non sa quello che stiamo facendo sul fronte del passaggio al digitale che procurerà, invece, un dividendo digitale. Evidentemente questo accade perché il Governo precedente lo ha spiegato male”.
E ancora: “Il Governo italiano deve essere pronto a difendere i propri interessi nei confronti dell’Europa, anche a costo di un contrasto forte. È difficile parlare con Bruxelles e difendere un modello virtuoso, che permetterà l’ingresso di nuovi operatori, quando nelle sedi europee si pensa sempre che in Italia si facciano le cose senza criterio. Ma questa è colpa della politica italiana e dei Governi che si succedono senza dare una continuità alla posizione del nostro Paese”.