Rottamare è meglio che curare

Giù il gettone: altro giro, altra corsa. Nel decreto Destinazione Italia (evidentemente siamo oltre il Salva…) sono previsti 20 milioni di euro per indennizzare i prossimi esodati del DTT.

Trattasi di quei tapini che hanno avuto assegnati canali tv di fatto inutilizzabili, perché interferenti con quelli degli stati esteri. I miserevoli network provider interessati dall’ennesima pagina nera del digitale terrestre, nella maggior parte dei casi, esercivano pacificamente la propria attività (non raramente ultratrentennale) su canali non pianificati, fino all’avvento del DTT, incautamente salutato come una nuova era al netto delle interferenze; un eden pianificato dove poter cogliere i frutti di tanti sacrifici. Gli infelici operatori hanno sventolato con soddisfazione la loro personale magna charta libertatum, tronfi di diritti d’uso che – s’assicurava da più parti – li avrebbero messi al riparo dalle ansie cui erano stati fin lì abituati. Sennonché, intacchinato di canali per (tentare inutilmente di) accontentare tutti, l’italico Piano delle frequenze ha cominciato a generare incidenti diplomatici ad ogni nuova attivazione. Di qui la decisione di rottamare quello che non avrebbe nemmeno dovuto essere pianificato (oppure che avrebbe dovuto esserlo previo improbabile assenso dei confinanti). Con una proposta che non accetta rifiuti: entro il 31 dicembre 2014 i canali incompatibili con le emissioni estere dovranno essere dismessi. Vabbè. Qualcuno ci crede?
 

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