da Franco Abruzzo.it
Bucarest, 27 giugno 2008. E’ il frutto di una legge votata all’unanimità al Senato a Bucarest contro la quale si sono levate le critiche di enti dell’informazione e ong romene, e anche del premier Calin Popescu Tariceanu, che hanno chiesto al capo dello stato Traian Basescu di non promulgarla. La legge, bocciata alla Camera ma passata al Senato – che ha potere decisionale e l’ha quindi inoltrata al capo dello Stato – impone a radio e tv la ‘par condicio’ nell’informazione: a tot notizie negative deve corrispondere un numero uguale di notizie positive. Protestano i giornalisti secondo i quali la legge reintroduce di fatto in Romania la censura che non si vedeva dai tempi del comunismo. Secondo la radio statale ‘Romania Actualitati’, l’Associazione romena delle comunicazioni audiovisive, il Club della stampa e l’Agenzia per il monitoraggio della stampa (Ams) la legge è incostituzionale e in contrasto con le norme internazionali, che tutelano la libertà di espressione. “Il fatto che i senatori compiano ingerenze nello spazio editoriale radiotelevisivo equivale esplicitamente a una censura, che è vietata dalla Costituzione”, ha detto il presidente dell’ Ams Mircea Toma, chiedendosi: “ma perché solo il 50% notizie belle e non addirittura il 100%, come ai tempi di Ceausescu?”. Il quotidiano ‘Adevarul’ scrive che i promotori della legge – il deputato liberale Ion Ghise (al governo) e il senatore Gheorghe Funar del partito nazionalista Grande Romania (all’opposizione) – sostengono che “é volta a migliorare il clima generale e a offrire al pubblico la chance di percepire in modo equilibrato la vita quotidiana, dal punto di vista psichico ed emozionale”. Le “depressioni provocano malattie croniche”, argomentano i due, invocando anche “esempi tratti da libri” in cui leggiamo che “il negativismo uccide”. Il premier comunque si è dissociato facendo sapere che lui non c’entra nulla con l’iniziativa legislativa, e condividendo l’esortazione a Basescu a non promulgarla. Conoscendo il presidente, gli osservatori sono convinti comunque che non la promulgherà. “Chi stabilisce cosa è buono e cosa è cattivo in una notizia?”, domanda il presidente dell’Associazione dei giornalisti di Romania Cezar Ion, citato dal giornale, rispondendo: “la notizia bella è che i parlamentari sono preoccupati della salute della popolazione, quella cattiva che la popolazione non si preoccupa della salute di alcuni parlamentari”. Anche il Consiglio nazionale audiovisivo (Cna) respinge l’iniziativa: “una simile normativa, che non si ritrova nella legislazione audiovisiva europea, viola la libertà di espressione, garantita dalla Costituzione e dalla Legge sull’audiovisivo, ed è inopportuna e non funzionale”, si legge in un comunicato del Cna. (Fonti: Ansa + Information Safety and Freedom/newsletter n. 180/anno 2°, giugno 2008)