”Il problema della numerazione automatica dei canali sul telecomando riguarda l’Autorita’ per le Comunicazioni. Noi come ministero non possiamo intervenire”. Lo ha precisato il viceministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani.
”E’ un accordo tra privati quello che e’ stato trovato – ha osservato Romani, intervenuto al venticinquesimo della Federazione Radio Televisioni, a riguardo della proposta per la regolamentazione dei numeri LCN avanzata ad Agcom da DGTVi, associazione che raggruppa i principali player tv nazionali ed una serie di emittenti locali – L’Autorita’ so che sta lavorando alle regole. Le stiamo attendendo tutti”. Confermando quanto anticipato ieri da questo periodico circa l’impatto dello switch off in Campania, Romani ha spiegato che "il passaggio al digitale terrestre sta andando molto bene". ”Le telefonate dei cittadini sono circa 1.500 l’ora: un quinto di quelle che abbiamo ricevuto quando il Lazio e’ passato al digitale. Questo e’ un segnale che forse ci sono meno problemi, oppure i cittadini campani si erano organizzati per tempo, prima di quelli laziali. Insomma l’ultima transizione al digitale del 2009 sta procedendo bene”, ha chiarito Romani, precisando che "anche l’ultima emittente della Campania, che non voleva spegnere il segnale analogico, lo ha fatto”. La necessità di un coordinamento tra tutta la catena di soggetti interessati dalla migrazione digitale è stata motivata dal viceministro in quanto ”il problema e’ far vedere il digitale a tutti e riguarda tutta la catena tecnologica che deve funzionare bene: dalle tv, ai tecnici, fino alle persone che devono imparare a sintonizzare i nuovi canali”. Romani ha poi speso parole sul problema del doppio decoder, quello digitale terrestre e quello satellitare, che avrà anche la finalità di facilitare, attraverso l’uniformazione, l’impiego da parte dell’utenza (secondo l’antica direttiva UE del 1995), spiegando che ”alla fine, fra qualche anno, parleremo di un unico decoder. Per farlo pero’ bisogna che tutti liberino i segreti sui protocolli che oggi ci sono. Cosi’ in futuro ci sara’ un solo decoder e i cittadini avranno tre piattaforme, quella digitale terrestre, quella satellitare e quella della banda larga con la quale si avra’ finalmente una semplificazione”. Sullo scottante problema dei contributi alle tv locali Romani ha rassicurato gli animi degli editori: "l’obiettivo e’ trovare i 150 milioni di euro del finanziamento per il settore. 88 sono gia’ in finanziaria. Ne mancano 72. Verranno trovati anche quest’anno, soprattutto in un momento come questo dove gli investimenti per passare al digitale sono molti. Una decurtazione sarebbe inammissibile per l’emittenza locale”.