Il WSJ non sarà occupato con la forza da parte di Rupert Murdoch. Pare infatti che News Corporation, la società guidata dal magnate australiano, sia intenzionata a dare maggior spazio ai giornalisti per avere più occasioni di scrivere. Dopo aver investito 5 miliardi di dollari nell’acquisto della testata, Murdoch vorrebbe spenderne altri 6 per ampliare il quotidiano Usa con altre 4 pagine dedicate agli esteri. L’annuncio è stato fatto pochi giorni fa da Robert Thomson, neo direttore del WSJ, 47 anni, australiano ed ex capo redazione del Times di Londra e che ora andrà a prendere il posto del dimissionario Marcus W. Brauchli. Thomson ha dichiarato che in questo periodo storico è molto importante la decisione di ampliare la filiazione della testata poiché i tagli nelle redazioni sono sempre più frequenti rispetto agli investimenti a sostegno. E’ di alcuni giorni fa la notizia del New York Post in merito al licenziamento di 15 dipendenti del New York Times; immediata la smentita del direttore del quotidiano della grande mela che ha giustificato i licenziamenti spiegando che sono stati avviati dopo il fallimenti del piano di centro prepensionamenti deciso a febbraio. In ogni caso è la prima volta in 157 anni di vita che il NY Times mette in atto un licenziamento di massa. L’ultimo episodio che ha suscitato scalpore è stato l’allontanamento del reporter Jason Blair, avvenuto cinque anni fa e giustificato dal fatto che il giornalista avrebbe falsato e copiato articoli di altri vendendoli come propri. Nel primo trimestre dell’anno il fatturato pubblicitario del Wall Street Journal è diminuito, ma l’intenzione di Thomson è quella di tranquillizzare i giornalisti sui cambiamenti futuri. L’uomo di Murdoch ha precisato che il WSJ non ha fretta di sostituire Brauchli e che il giornale non rinnegherà le proprie tradizioni. In questo modo Thomson ha rassicurato i redattori della testata ma rimane, come recentemente riportato da ItaliaOggi, “l’incaricato da Murdoch per la realizzazione della nuova visione del quotidiano che lo stesso magnate ha in mente”. Thomson, per semplificare il suo ruolo, si è definito “responsabile dei contenuti” del quotidiano. (Silvia Bianchi per NL)