da Franco Abruzzo.it
New York, 19 maggio 2008. Rivoluzione imminente al Washington Post, uno dei più prestigiosi e diffusi quotidiani degli Stati Uniti: l’ultima grande testata -insieme con il New York Times- ad essere controllata da un editore ‘purò, gli eredi della famiglia Graham, punta ad un nuovo direttore e a unificare le redazioni. Come scrive oggi con ampio rilievo il New York Times, il quotidiano indipendente della capitale federale degli Stati Uniti si appresta inoltre a ridurre ancora il numero dei suoi giornalisti, circa 650 in tutto dopo il prepensionamento di un centinaio di redattori, la metà circa degli aventi diritto. Per il Post cambiare direttore è una vera notizia. L’attuale numero uno della redazione, Leonard Downie, 66 anni, troneggia nella newsroom della 15.ma strada, non lontano dalla Casa Bianca, dal 1991. Ed il suo predecessore, Benjamin Bradlee era stato executive editor della testata per oltre 25 anni. A premere per un nuovo direttore è il nuovo editore, Katharine Weymouth (che fa parte della famiglia Graham), e pur negando che ci siano tensioni (come scrive il Ny Times), lo stesso Downie lo ammette apertamente. «Il nuovo editore ed io stiamo lavorano duramente per ristrutturare questa redazione -spiega Downie al quotidiano della Grande Mela- e mi aspetto che alla fin fine l’editore scelga un nuovo direttore. È questa la direzione che stiamo seguendo, ma non c’è nessun calendario». Secondo il Times i cambiamenti sarebbero invece imminenti e Downie «se ne andrà prima dell’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti», nel gennaio prossimo. Il Washington Post ha gli stessi problemi degli altri quotidiani americani, con redazioni pletoriche e tirature in calo a causa dello sviluppo del web, che pesa sempre di più sui bilanci, visto l’aumento degli introiti pubblicitari legati alla rete. Oltre a voler diminuire il numero dei giornalisti (che complessivamente erano ben 900 alcuni anni or sono), la Weymouth punta ad unificare la redazioni cartacea e web, come ha di fatto deciso nei mesi scorsi il New York Times. È una direzione verso la quale si sta muovendo anche il Wall Street Journal, recentemente acquistato da Rupert Murdoch. Tra i successori potenziali di Downie vengono citati John Meacham, direttore di Newsweek; David Ignatius, uno dei columnist di punta del Wp, oltre a Marcus Brauchli, l’ex direttore del Wsj che ha appena lasciato l’incarico, dopo dissidi con Murdoch. (ANSA)