“A seguito delle immotivate argomentazioni poste dal cdr e della conseguente decisione di astenersi dall’attività lavorativa, l’editore ritiene che, per i danni economici subiti dalle ripetute astensioni anche nei giorni 20, 21, 22, 23, 24, 25 giugno, si rende necessario procedere con il licenziamento per giusta causa di tutta la redazione editoriale di Dieci”. Con queste poche righe, Fabio Caso, amministratore delegato dell’Editoriale Dieci, ha liquidato l’intera redazione (una ventina di persone in tutto) del quotidiano sportivo “nato-morto” lo scorso 11 marzo. I giornalisti, che già avevano scioperato il 1° giugno, avevano continuato ad incrociare le braccia nei giorni riportati dalla “lettera di licenziamento”(anche se una nota del cdr fa sapere che il quotidiano non è uscito solo nei giorni 22, 23 e 24, perché l’editore ne aveva sospeso la pubblicazione), perché, da quando avevano intrapreso l’avventura editoriale, avevano ricevuto soltanto lo stipendio di aprile ed un anticipo per il mese di marzo. Poi, il nulla. Certo, le vendite non andavano bene per niente, la strategia del prezzo più basso della concorrenza non aveva funzionato, ma l’editore si era completamente rifiutato di pagare i loro stipendi, provocando la giustificatissima ira dell’intera redazione. L’ex direttore e padre fondatore, Ivan Zazzaroni (foto), aveva tentato invano la strada della riconciliazione con Caso ma, a fronte dell’ennesimo rifiuto, aveva abdicato, presentando le proprie dimissioni lo scorso 11 giugno. Al suo posto era stato nominato Luca Pollini, ex responsabile dei servizi “Motori e sport vari”, il quale aveva dichiarato di credere nel progetto editoriale di “Dieci” (ipse dixit). Ora, a dispetto del licenziamento generale, il vulcanico Fabio Caso ha nominato il nuovo direttore: sarà Enrico Guadalupi (anch’egli scettico, ha detto di voler andare a fondo alla faccenda degli stipendi non pagati), il quale, per ora, sarà un direttore senza redazione. (Giuseppe Colucci per NL)