La cessazione dell’attività redazionale della sede vaticana di Telepace, storica emittente televisiva cattolica da sempre vicina agli eventi della Chiesa e, in particolare, alla missione del papa e della Santa Sede, lancia una profonda ombra di incertezza sul futuro professionale di quattro giornalisti dell’emittente. La decisione del suo direttore, don Guido Todeschini, di chiudere gli spazi informativi dal Vaticano, a decorrere dallo scorso nove ottobre, è stata motivata con l’insostenibilità dei costi di gestione a fronte di una riduzione dell’80% delle offerte dei telespettatori. Telepace, infatti, è un’emittente comunitaria che non ha entrate di tipo commerciale o pubblicitario. Tuttavia, v’è chi sostiene che i problemi di bilancio siano stati enfatizzati da parte dell’azienda a causa della vertenza che la vede contrapposta da due anni ai giornalisti della sede romana, che chiedono il riconoscimento di garanzie e diritti, quali la qualifica per i vaticanisti e l’adeguamento dei contratti alle ore effettive di lavoro. Per l’esattezza, i giornalisti dell’emittente negano l’esistenza di effettive difficoltà di bilancio, tanto che, come ha spiegato Angela Ambrogetti a Korazym.org, “Telepace continua a mantenere le sedi di Verona, Fatima e Gerusalemme”. Lo stesso presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, in una nota, ha ipotizzato che la reale difficoltà di Telepace sia il fastidio procurato dai giornalisti che, non più disposti a subire ingiustizie, si sono rivolti al sindacato per esigere il rispetto delle elementari nome delle legge professionale e del contratto di lavoro. La preoccupazione per il rischio di licenziamento, tra l’altro, ha sollecitato la Fnsi a chiedere un incontro con mons. Tedeschini, che si avrà all’indomani del convegno ecclesiale di Verona, la città in cui nel 1979 è nata l’emittente alla quale era legato da un particolare affetto Giovanni Paolo II e che è divenuta, a poco a poco, una televisione di livello internazionale. Intanto, Savino Pezzotta, segretario generale della CISL, interpellato sulla vicenda durante la conferenza stampa sui lavori del convegno ecclesiale di Verona, premettendo che “è difficile dare un giudizio su una vertenza che non seguo”, ha ricordato che “i contratti vanno applicati da tutti e chi non lo fa non fa bene”. (MC per NL)