Circa tre mesi fa, senza celare la profonda tristezza dell’intera redazione, Diario della settimana ringraziava e salutava lettori, collaboratori e sostenitori, sospendendo le pubblicazioni. Con l’autoironia di sempre, Diario ammetteva di aver bisogno di una pausa, per potersi riproporre presto in una forma nuova, adatta ad un contesto editoriale profondamente mutato nel corso degli undici anni che lo avevano visto in edicola. A pochi mesi dalla chiusura del settimanale, Italia Oggi annuncia la notizia di un’imminente ripresa delle pubblicazioni dello storico giornale. Enrico Deaglio, direttore di Diario fino allo scorso settembre, mantiene il massimo riserbo al riguardo, ma sembrerebbe che con l’Epifania potremmo ricominciare a sfogliare il suo giornale. Con una differenza: la pubblicazione quindicinale e non settimanale. Questo potrebbe essere uno degli aggiustamenti finalizzati a contrastare la carenza di entrate provenienti dalla pubblicità, che, assieme alla concorrenza dei nuovi media (siti web e blog, in particolare), hanno messo a dura prova la testata. «Il mercato pubblicitario (l’unico a tenere in vita i giornali) è a noi praticamente precluso, per quella mancanza di do ut des che ci caratterizza» – commenta con amarezza e fierezza Deaglio sulla home page della versione on line di Diario, tutt’oggi visitabile. La ripresa delle pubblicazioni, ottimisticamente auspicata dal direttore nei giorni della chiusura del settimanale, potrebbe dunque essere molto più che una dichiarazione di buone intenzioni. D’altra parte, da sempre Diario ha fondato gramscianamente sulla base di una straordinaria volontà il proprio ottimismo: nato come allegato dell’Unità, si è presto reso indipendente e si è distinto fino al punto di essere premiato nel 2002 con il Prix de Le Guide de la Presse come miglior giornale al mondo. (Mara Clemente per NL)