Riparte dalle Pmi innovative e internazionalizzate la ripresa economica

Per il Garante se si punta su finanza alternativa e aggregazioni in rete le nostre imprese potranno conseguire, come già avviene per un gruppo di imprese leader di taglia media, livelli di produttività superiori alle analoghe presenti in Germania, in Spagna e Regno Unito.

Innovative, internazionalizzate, aggregate in rete, con performance di fatturato superiori alla media di settore e, soprattutto, in grado di finanziarsi attraverso canali alternativi al credito bancario. Questo l’identikit di un cluster di imprese di piccole e medie dimensioni che, secondo la Relazione annuale del Garante delle Micro, Piccole e Medie imprese (MPMI), sta facendo da traino al “rinnovamento” ed alla riforma del nostro sistema produttivo. Il tutto, nonostante il contesto di mercato difficile, seppur in fase di miglioramento grazie ai recenti interventi macro su costo dell’energia, cambio euro-dollaro e programma europeo di nuovi investimenti. Sono imprese, si legge nel documento trasmesso dal Garante per le MPMI Giuseppe Tripoli (Direttore Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli Scambi del Mise) al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che, se adeguatamente supportate da strumenti di policy, sia con riferimento a quelle avviate negli ultimi anni (politiche industriali, politiche fiscali e creditizie, oltre naturalmente agli interventi contenuti nella riforma del mercato del lavoro), sia in relazione a quelle che si stanno mettendo in campo, sono in grado di generare un impatto positivo sulla crescita del Paese. Tra queste vengono citate nella Relazione: oltre 190.000 MPMI che si internazionalizzano (le stime per il 2016 ne indicano circa 211.000), che affrontano la crisi con una strategia più aggressiva e non difensiva; le oltre 13.000 imprese estere localizzate in Italia, di cui 12.500 (il 94% del totale) sono MPMI che vedono il nostro Paese come una opportunità, alimentando e sostenendo le nostre filiere produttive; le circa 3.500 medie imprese con fatturato compreso tra 15 e 330 milioni e con livelli di produttività superiori alle analoghe presenti nei principali paesi europei (Germania, Regno Unito, Spagna). All’interno di questo gruppo, il c. detto “Quarto capitalismo”, le 2.050 società che eccellono nelle loro nicchie di mercato e riescono a competere ai livelli più alti sul fronte internazionale, considerate il vero motore dello sviluppo italiano. le 3.300 imprese start up innovative; circa 9.700 imprese in rete attraverso i quasi 2.000 contratti al 31 dicembre 2014 (più di 10.000 imprese stimate nel 2015), che vedono nell’aggregazione il superamento dei limiti dimensionali; le imprese “diversamente” finanziate che hanno trovato alternative al capitale di debito di origine bancaria: 57 imprese quotate su AIM di Borsa italiana di cui 22 IPO nel 2014; 92 operazioni di Mini-bond e più di 200 operazioni di Venture Capital nel 2014. La Relazione individua alcune linee prioritarie di intervento che possono essere in grado di rafforzare ulteriormente il percorso già avviato dal Governo per migliorare il contesto in cui le imprese operano e per fornire loro il sostegno necessario ad accrescerne la competitività. PMI%20italiane - Riparte dalle Pmi innovative e internazionalizzate la ripresa economicaDal documento trova conferma come la domanda estera sia stata l’unica componente della domanda aggregata a registrare in questi ultimi anni dei valori positivi e a sostenere il PIL. La presenza sui mercati esteri si è rivelata dunque una strategia vincente, un traguardo vitale di molte piccole imprese che necessitano però di maggiori informazioni, di più sostegno manageriale, di più efficaci forme di accompagnamento, di maggiori strumenti finanziari. In questo scenario, appaiono quattro le aree prioritarie su cui è necessario continuare a puntare in maniera incisiva: aggregazione di impresa; innovazione e tecnologia; internazionalizzazione; finanza per le MPMI. Tra le diverse forme di aggregazioni tra impresa, il contratto di rete è la modalità che consente di sopperire ai “limiti”legati alle ridotte dimensioni con la massima flessibilità: in particolare, facendo rete si consente anche ad imprese di piccole dimensioni di beneficiare di investimenti in innovazione e della proiezione su possibili mercati internazionali. Il Garante segnala l’opportunità di dare nuovo vigore allo strumento estendendo, tra le altre cose, il regime di agevolazione fiscale, introducendo incentivi alle iniziative di reti promosse da un “soggetto catalizzatore”, sostenendo l’introduzione della figura dei “manager di rete” sul modello delle agevolazioni già previste per i “temporary export manager” eattraverso l’erogazione di voucher. Sul fronte dell’innovazione e delle competenze di eccellenza richieste dal mercato globale, la Relazione elenca un serie di interventi già messi in campo per riattivare il ciclo degli investimenti privati, orientandoli verso l’innovazione, quale leva fondamentale per la competitività, e a stimolare progetti innovativi da parte delle imprese (Start up e PMI innovative; credito di imposta per investimenti in R&S; imprese%20economia - Riparte dalle Pmi innovative e internazionalizzate la ripresa economicaPatent box per l’esenzione parziale dei redditi da sfruttamento di proprietà intellettuali; interventi del Fondo per la crescita sostenibile; credito di imposta per investimenti nel digitale nelle aree gravate dal digital divide). In tema di internazionalizzazione, lo sforzo da perseguire deve essere quello mirato ad ampliare il numero delle imprese esportatrici, potenziarne i canali di presenza mercati esteri, accrescerne le necessarie competenze manageriali, nonché migliorare la nostra capacità di attrazione degli investimenti esteri (obiettivi prioritari del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy per cui il Governo ha recentemente stanziato significative risorse). Infine, va contrastata più efficacemente la crisi di liquidità che negli ultimi anni ha colpito in misura maggiore le micro e piccole imprese (la quota di piccole imprese che dichiara di non ottenere il finanziamento richiesto è circa il doppio rispetto a quella delle imprese grandi: 18,1% a fronte di 9,3%). A questo proposito, la proposta del Garante è quella di rendere più agevole l’attività dei venture capitalist, la promozione dell’attività di fund raising e la promozione dell’utilizzo dei mini-bond. A questi elementi si aggiungono, infine, due ulteriori priorità su cui la Relazione consiglia di porre particolare attenzione: le opportunità legate all’economia digitale ed al canale e-commerce; lo sviluppo professionale e della managerialità. La percentuale di piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l’estero è quattro volte superiore a quella delle aziende non digitalizzate; inoltre le MPMI attive su internet sono più produttive ed assumono più persone di quelle non attive sul web. Eppure, la diffusione dell’acquisto di beni e servizi in rete si aggira intorno al 20% in Italia (a fronte del 47% medio dell’UE), mentre solo il 5% delle nostre MPMI non finanziarie vende in rete (a fronte del 14% europeo). La Relazione del Garante propone a questo proposito di varare un programma straordinario per spingere all’e-commerce un numero ampio di MPMI, puntando su di un mix di strumenti: politiche educative e formative ad hoc; incentivi a produttori e retailer tradizionali ad attivare anche l’online; incentivi ai soggetti privati (consolidator d’offerta) in grado di aggregare l’offerta di prodotti certificati Made in Italy; semplificazione del quadro normativo comunitario e nazionale. Infine, la disponibilità di figure manageriali adeguate anche nelle MPMI è un elemento strutturale fondamentale per consentire loro di agganciare la ripresa e per conseguire quegli elevati standard qualitativi imposti dalla competizione globale. Il Garante sottolinea, in particolare, due elementi: l’importanza di puntare a valorizzare l’esperienza di manager e professionisti che intendano investire i propri capitali e la propria professionalità nelle tante MPMI italiane con grandi potenzialità; e l’urgenza di riallineare la formazione tecnico-professionale con le esigenze reali del tessuto produttivo italiano, puntando in particolare verso le nuove figure specialistiche “emergenti”. (E.G. per NL)

Questo sito utilizza cookie per gestire la navigazione, la personalizzazione di contenuti, per analizzare il traffico. Per ottenere maggiori informazioni sulle categorie di cookie, sulle finalità e sulle modalità di disattivazione degli stessi clicca qui. Con la chiusura del banner acconsenti all’utilizzo dei soli cookie tecnici. La scelta può essere modificata in qualsiasi momento.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi strumenti di tracciamento sono strettamente necessari per garantire il funzionamento e la fornitura del servizio che ci hai richiesto e, pertanto, non richiedono il tuo consenso.

Questi cookie sono impostati dal servizio recaptcha di Google per identificare i bot per proteggere il sito Web da attacchi di spam dannosi e per testare se il browser è in grado di ricevere cookies.
  • wordpress_test_cookie
  • wp_lang
  • PHPSESSID

Questi cookie memorizzano le scelte e le impostazioni decise dal visitatore in conformità al GDPR.
  • wordpress_gdpr_cookies_declined
  • wordpress_gdpr_cookies_allowed
  • wordpress_gdpr_allowed_services

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi
Send Mail 2a1 - Riparte dalle Pmi innovative e internazionalizzate la ripresa economica

 

ATTENZIONE! Il 14/12/2024 scade termine per iscrizione in lista SIG (Servizi di Interesse Generale) istituita da Agcom per rilevanza in elenchi dei device smart: [email protected]

Ricevi gratis la newsletter di NL!