Intervenendo nei giorni scorsi al Forum di Cernobbio della Confcommercio, il Presidente dell’ Antitrust, Antonio Catricalà, ha definito la proposta di legge di riforma della professione di avvocato "talmente restrittiva che non permetterebbe a quasi nessuno che non sia parente di avvocati di accedere a questo lavoro".
L’Unione Giovani Avvocati Italiani (UGAI) condivide la presa di posizione aggiunge che: "non solo non vi è alcuno che potrebbe accedervi, ma pochissimi potrebbero continuare a svolgere la professione di avvocato". Secondo il presidente UGAI, Gaetano Romano, infatti, "si vuole creare solo un’elite di avvocati con presumibili conseguenze, per mancanza di concorrenza, in ordine anche all’aumento delle tariffe forensi, come già avviene ad esempio in Francia o in Gran Bretagna ove la difesa legale è costosissima". "A difesa dei cittadini – e quindi contro la riforma forense – si sono schierate anche associazioni dei consumatori, sindacati e tutte le maggiori confederazioni di imprenditori. La riforma quindi, sia chiaro, non è suscettibile di emendamenti, ma è totalmente da riscrivere" ricorda Romano. La "controriforma forense", che giovedì prossimo inizierà il suo iter parlamentare in Senato, produrrà – si legge nella nota diffusa da UGAI – l’espulsione coatta di circa 50.000 gli avvocati dagli albi professionali a causa dell’illiberale normativa sulla continuità professionale. "Gli avvocati, a rischio cancellazione dall’albo professionale per non continuità professionale, saranno indotti ad incardinare cause, anche pretestuose, con gravissimo danno per il sistema giustizia e per i cittadini. Nondimeno diminuirà la concorrenza tra avvocati con innalzamento delle tariffe forensi applicate ai cittadini da quei pochi professionisti rimasti iscritti agli albi" spiega Romano.