“Attribuire esclusivamente agli avvocati iscritti all’albo lo svolgimento di attività di consulenza legale pone alcune professioni non regolamentate, come quelle di patrocinatore stragiudiziale o esperto di infortunistica a rischio “estinzione”, contravvenendo inoltre ai principi, riconosciuti, sia a livello comunitario che nazionale, di libertà di concorrenza e liberalizzazione dei mercati”.
E’ questa la principale obiezione sollevata da CNA e Assoprofessioni all’indirizzo del progetto di legge sulla riforma della professione forense licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato. La nuova legge estende infatti agli avvocati la pratica esclusiva di molti servizi legali “in ogni campo del diritto”, finora assicurata con continuità e professionalità da soggetti appartenenti a categorie professionali non regolamentate o interni ad imprese ed associazioni di categoria. “Se il disegno di legge dovesse passare in aula – hanno spiegato Sergio Gambini, responsabile Affari istituzionali di CNA e Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessioni – si assisterebbe alla pretesa di nuove riserve di legge da parte di altri ordini professionali, e alla richiesta dei professionisti non regolamentati per la creazione di nuovi albi, in palese contrasto con le linee guida europee in materia di liberalizzazione delle professioni” . “E’ pertanto necessario – hanno aggiunto Gambini e Berloffa – che l’aula stralci i punti critici della riforma della professione forense e che il Parlamento proceda con celerità e spirito liberale al riconoscimento delle professioni non regolamentate, secondo una normativa moderna e di stampo europeo”.