Il governo non ha intenzione di presentare emendamenti al ddl sulla riforma forense in discussione al Senato. Lo ha riferito il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che fino ad ora non ha fatto mistero di essere schierato dalla parte dell’avvocatura consolidata.
Le "poche perplessità che ci sono si possono superare con proposte emendative parlamentari" ha aggiunto il Guardasigilli auspicando che la riforma "giunga in tempi rapidi alla sua approvazione" e che "la riforma forense deve segnare a nostro avviso primo passo di un piu’ ampio progetto di riordino delle libere professioni". Intanto però i giovani professionisti (che sarebbero pesantemente penalizzati da un’eventuale approvazione del testo Alfano) e i consumatori (che, insieme alle aziende, sarebbero danneggiati dalla reintroduzione dei minimi tariffari e dalla nuove riserve di attività di consulenza legale) non ci stanno e annunciano l’intensificazione di azioni di sensibilizzazione pubblica e politica sull’argomento, trovando una valida sponda nei Radicali. "Purtroppo l’intervento al Senato sulla professione forense del ministro Angiolino Alfano ha confermato l’impostazione della maggioranza di proseguire l’iter della Controriforma all’esame del Senato. Un avanti tutta, che in realta’ e’ un ritorno al passato, non verso una riforma liberale come richiesto dall’Unione Europea, ma verso un sistema chiuso e corporativo che non tutelera’ ne’ i giovani e bravi professionisti, ne’ gli utenti, ma garantira’ solo le rendite di posizione", ha dichiarato ieri la senatrice radicale Donatella Poretti. Che ha aggiunto: "Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni dello stesso ministro che palesemente metteva il Governo al servizio non di tutti i cittadini, ma solo di alcuni. Ad un incontro della Cassa nazionale forense infatti sosteneva che: “I presidenti degli ordini sono gli interlocutori per la riscrittura delle regole” mentre “i presidenti delle casse sono i responsabili per quanto riguarda la riscrittura delle norme sul welfare”. Un modello di Stato corporativo e le “riforme” in perfetto stile consociativo che pensavamo aver lasciato al Secolo scorso… L’intreccio mortale e soffocante tra politica e libere professioni, puo’ sembrare allettante in alcune circostanze, ma attenzione puo’ ritorcersi contro e da liberi i professionisti potrebbero ritrovarsi al guinzaglio! Dalla prossima settimana saremo in aula con i nostri emendamenti a difesa di una riforma liberale della professione forense”. (A.M. per NL)