Dopo 25 anni al servizio dell’informazione pubblica con la Rai e dopo altri quattro anni di attività come parlamentare Ue, Lilli Gruber (foto) torna in tv per combattere la sua battaglia: garantire un’informazione pubblica davvero al servizio dei cittadini. Davvero al servizio di quelle migliaia di telespettatori che ogni sera attendono dalla tv un messaggio che possa essere considerato in qualche modo sostanzioso, importante e soprattutto, imparziale. Sono queste le ragioni che hanno determinato una svolta nel format del noto programma televisivo Ottoemezzo dell’emittente La7. La Gruber in questa sede non è più intenzionata a discutere e far discutere di politica; tantomeno vuole occuparsi del giornalismo d’opinione o di dibattito. La linea guida principale sarà il tradizionale giornalismo d’inchiesta attraverso il quale il soggetto narrante – dunque, il giornalista – si fa testimone della situazione vissuta rendendola nota al pubblico. La rivoluzione coinvolgerà i punti salienti di un programma che, per l’emittente di Telecom Italia Media, è riuscito con il tempo a guadagnarsi uno spazio decisamente rilevante nel più vasto mondo dell’etere italiano. E la Gruber è molto chiara sul suo prosieguo. Difatti cita Biagi come esempio da emulare e prende le distanze da Ferrara; non vuole più l’infotainment e difende a spada tratta l’attenzione degli ascoltatori; si dichiara stanca degli ospiti noti e suggerisce di valorizzare i grandi talenti femminili. Tutto questo e molto altro dal prossimo lunedì. (Marco Menoncello per NL)