La congiuntura economica negativa sta favorendo la successione tra old e new media. In un certo modo, è questo il senso che si può trarre dal rapporto 2009 dell’Osservatorio su New Tv & Media della School of Management del Politecnico di Milano.
Quest’anno i media tradizionali (tv analogica, radio e stampa) hanno registrato una decisa diminuzione degli investimenti pubblicitari, mentre sat e DTT hanno goduto delle iniezioni di denaro di Sky e Mediaset e Internet ha mantenuto un buon tasso di crescita (in pratica, la crisi ha solo ridotto uno sviluppo che, diversamente, sarebbe stato fenomenale). La ricerca del Politecnico si è fondata sull’analisi di più 550 programmi delle principali piattaforme tv digitali e su oltre 50 casi di studio ed ha portato alla luce una contrazione complessiva nel 2009 dell’intero mercato italiano dei media compresa tra l’8 e il 10%, che è passato dai 18,5 miliardi di euro del 2008 a meno di 17 miliardi. La forte frenata è stata essenzialmente determinata dalla diminuzione della raccolta della pubblicità sui mezzi tradizionali non digitali (stampa -20%, tv analogica -10%, radio -14%) e dalla marcata riduzione (-20%) dei ricavi derivanti dalle vendite di quotidiani e periodici. Come detto in apertura, la crisi degli old media è stata compensata dallo sviluppo dei nuovi, che, in un certo senso, sono stati favoriti nel processo se non di successione, almeno di affiancamento. Questi ultimi mezzi hanno dimostrato performance interessanti nel 2009, con una crescita del 13%, che conduce a quasi 5 miliardi di euro, generando nuovi ricavi rispetto al 2008 per 600 milioni di euro. In tema di new media domina ovviamente l’universo tv e segnatamente i mezzi che il Politecnico di Milano chiama Sofa-Tv digitali: in pratica essenzialmente satellite e DTT (e nella fattispecie, Sky e Mediaset), che raccolgono il 76% del volume d’affari complessivo dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, mentre Internet ha un’incidenza del 18% e il Mobile del 6%, peraltro in riduzione del 13%. Molto bene la pay tv, per la quale gli italiani hanno manifestato forte interesse e il cui 87% dei ricavi deriva dagli abbonamenti mentre solo il 13% è costituito dalla classica pubblicità. In questo senso il sat è ancora dominante (stante lo start-up del DTT) con l’84% del mercato (sostanzialmente in mano a Sky), con il digitale terrestre in rapida ascesa ma molto lontano (11%). Ancora ai margini del mercato invece le piattaforme più recenti, come IpTv, Hand-Tv e Desktop Tv, nonostante una crescita del 14% registrata nel 2009. Molto bene, invece, la tv HD, anche se essa per il momento è essenzialmente sat. Crisi di identità non totalmente rimossa per Internet: nel 2009 il mercato dei Media Web, inteso come la somma degli introiti da pubblicità e delle vendite di contenuti premium (cioè video e musica in streaming unitamente a contenuti editoriali), dovrebbe posizionarsi sui 910 milioni di euro (+10% rispetto al 2008), con la differenza sostanziale rispetto alla D-Tv che gli introiti derivano ancora per il 98% dalla pubblicità, mentre la commercializzazione dei contenuti è pressoché insignificante.