‘In Italia c’e’ una pressione competitiva del mercato per la realizzazione delle Ngn? La risposta e’ no’. Lo ha affermato a Capri Stefano Mannoni, commissario Agcom nel corso del convegno organizzato da Between ‘Allargare la banda, allungare la coda’. ‘Telecom Italia ha presentato un piano – ha sottolineato Mannoni – e alcuni operatori su sollecitazioni delle istituzioni oppure perche’ stanno ricevendo i loro business plan, hanno ammesso di essere interessati. Ma questo e’ tutto’.
I problemi sono confermati anche dalle parole di Corrado Calabro’, presidente dell’Agcom.
‘Entro quest’anno decideremo su Open Access (la struttura di Telecom in cui dovra’ confluire l’attuale rete dell’ex monopolista, ndr). Dopodiche’ bisognera’ pensare alla questione Ngn’, dice Calabro’.
‘Tutti gli operatori sono d’accordo sulla necessita’ delle Ngn ma per il momento nessuno le fa. Mentre gli operatori stanno alla finestra, le amministrazioni locali mostrano attenzione crescente alla banda larga tanto da ergersi come protagoniste’. Calabro’ auspica pero’ la necessita’ di un coordinamento delle iniziative in campo portate avanti dalle amministrazioni locali. ‘Francia, Belgio e Olanda stanno seguendo questa strada per non rischiare una situazione di caos’. E se e’ vero che l’Italia e’ in ritardo e’ anche vero che si puo’ recuperare terreno. ‘Il ritardo a volte puo’ tradursi in vantaggio: perche’ nelle aree a digital divide si potrebbe portare direttamente la fibra ottica invece di puntare all’Adsl. Il salto di qualita’ puo’ venire dagli operatori e in primis dal principale operatore che purtroppo pero’ ha un cash flow non certo ricco e una situazione debitoria pesante. Ad ogni modo – ha concluso Calabro’ – e’ necessario investire: se lo sviluppo del settore regredisce cio’ portera’ alla recessione di tutto l’ambito economico interessato dal settore’.