La “Repubblica” si prepara a scalzare il “Corriere”, da sempre il quotidiano più diffuso in Italia. Già, il quotidiano diretto da Ezio Mauro (foto), secondo quanto emerso dall’ultimo panel della Fieg, si stanzierebbe a sole 13mila copie di distanza dall’istituzione di via Solferino, minandone, per la prima volta, la leadership in Italia. 680mila contro 667mila, questa è la differenza tra le due testate principe della nostra editoria, un distacco davvero minimo, frutto di una serie di fattori tecnici e sociali, primo tra tutti, probabilmente, lo “spostamento” verso sinistra della politica del “Corsera” in occasione delle scorse elezioni politiche, che ha provocato la migrazione di un cospicuo numero di lettori moderatamente di destra verso testate più consone alle proprie idee politiche (vedi “Il Giornale”, piuttosto che “Libero”). Quindi, con il “Corriere” apparentemente meno imparziale (il periodo di parzialità è durato ben poco, date le reiterate invettive d’alcuni suoi cronisti nei confronti dell’attuale Governo), “Repubblica” recupera posizioni, creando non pochi grattacapi in via Solferino. Si parla da alcune settimane di un possibile avvicendamento al timone del quotidiano più famoso d’Italia, con Paolo Mieli “promosso” alla presidenza di Rcs e Giulio Anselmi (direttore de “La Stampa”, ndr) ad ereditarne la prestigiosa poltrona. Il terzo gradino del podio, per quel che concerne la classifica dei quotidiani più letti, spetta alla “Gazzetta dello Sport” (rientrata nel panel dopo oltre un anno), altro fiore all’occhiello in casa Rcs, che si attesta sulle 342.810 copie, soffiando la medaglia di bronzo al “Sole 24 Ore” per appena 86 copie (342.724). Frena la sua ascesa il “Giornale” di Maurizio Belpietro (ascesa iniziata proprio in concomitanza con la leggerissima flessione del “Corriere”, per le ragioni prima citate), mentre continua il buon momento de “La Stampa” dopo il restyling di ottobre (+1,2% per un totale di 312mila copie). Ultima curiosità, nonostante le reiterate ed ossessive polemiche intraprese dalla Curia pontificia (per mezzo del suo quotidiano “di partito”) nei confronti del Governo e della tendenza degli italiani ad allontanarsi dalla fede religiosa, inerenti la legge sui Dico (la ridimensionatissima, proprio a causa della presenza “castrante” della Chiesa, versione italiana dei Pacs) e la salvaguardia della famiglia, il quotidiano “Avvenire” non registra il benché minimo miglioramento nella propria diffusione, restando ancorato ai 107mila cattolici praticanti che ancora lo tengono in vita. (G.C. per NL)