Reporter senza frontiere denuncia la “codardia” di certi Stati occidentali e di grandi istituzioni internazionali in materia di difesa della libertà di espressione

L’Onu ha capitolato di fronte a Paesi come Iran e Ubzekistan


da Franco Abruzzo.it

Parigi, 12 febbraio 2008. Reporter senza frontiere denuncia oggi, nel suo rapporto annuale, la “codardia” di certi stati occidentali e di grandi istituzioni internazionali in materia di difesa della libertà di espressione. L’organizzazione per la libertà di stampa e dei giornalisti “punta il dito – si legge nell’introduzione al rapporto, disponibile sul sito www.rsf.org – contro la falsità delle Nazioni Unite il cui Consiglio dei diritti umani, a Ginevra, ha capitolato di fronte a paesi come Iran e Ubzekistan”. In causa anche l’Unione Europea, “impotente di fronte ai tiranni che non battono ciglia alle minacce di sanzioni”. Per Rsf il 2007 è stato un anno violento per i professionisti dei media, con 86 giornalisti uccisi in tutto il mondo, ma il 2008 potrebbe essere ancora peggio. Preoccupazioni per i giornalisti in vista di certe scadenza elettorali: in Pakistan (18 febbraio), in Russia (2 marzo), in Iran (14 marzo) e in Zimbabwe (29 marzo). E per i reporter che lavorano nei conflitti in corso, in particolare in Sri Lanka, in Somali,a nel Niger, in Ciad o ancora nei territori palestinesi e in Irak, naturalmente, “un paese che continua a sepellire i suoi giornalisti ogni settimana o quasi”. Rsf denuncia la situazione di “instabilità cronica” del Medio Oriente e condanna l’Iran in quanto “più grande prigione” per i giornalisti in questa regione del mondo. Ritorna sulla “censura” in Cina che colpisce i nuovi mezzi di comunicazione ed Internet. Qualche parola preoccupata anche per l’Unione europea dove, secondo Rsf, si assiste ad “un’evoluzione inquietante”: “gli attentati alla protezione delle fonti si sono moltiplicati nelle grandi democrazie”, si legge sul rapporto. In particolare si sono osservate “in Francia, Germania ed Italia, arresti e perquisizioni di redazioni o domicili di giornalisti”. Intimidazioni e violenze fisiche sono registrate in Bulgaria ed in Italia. Questa situazione, secondo Rsf, “rende necessaria una legislazione europea che protegga efficacemente il principio fondamentale della libertà di stampa”. (ANSA)

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