Paolo Ferrari, Presidente di Confindustria Cultura Italia, a conclusione della Relazione Annuale del Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Come presidente della Federazione Italiana dell’Industria Culturale, esprimo la soddisfazione del settore per l’attenzione che il Presidente Calabrò ha riservato nella sua relazione alla tutela della produzione culturale italiana, sottolineando la rilevanza della pirateria in Italia e di come rappresenti un problema essere uno dei fanalini di coda a livello europeo sul fronte dell’accesso ad internet e tra i primi a livello mondiale come scaricamento illegale di contenuti protetti da diritto d’autore. Importante anche il riferimento di Calabrò al fatto che l’accesso alla rete non avviene nei modi normali, ma tramite motori di ricerca e aggregatori di contenuto che si sottraggono a ogni forma di pagamento, togliendo risorse da reinvestire nella produzione di altri contenuti, privando gli autori della remunerazione loro dovuta e scoraggiando i necessari investimenti nella rete. Siamo perciò contenti che Calabrò abbia assegnato alta priorità alla definizione delle regole per il rispetto del diritto d’autore in rete e che abbia ricordato il provvedimento che l’AGCOM sta portando avanti in materia, un provvedimento che l’industria culturale si attende sia approvato e messo in esecuzione al più presto. Ricordiamo che i fondamentali dell’industria culturale sono di grande rilevanza anche dal punto di vista occupazionale, dal momento che riunisce oltre 17 mila imprese che danno lavoro a circa 300 mila persone, per un valore aggiunto di circa 16 miliardi di euro. In un momento di grande trasformazione della realtà della produzione culturale, con l’affermazione dei nuovi sistemi tecnologici e di Internet nella diffusione dei contenuti culturali, è basilare per l’industria trovare punti di riferimento chiari e definiti negli strumenti legislativi, ma soprattutto nel sistema di regole condivise che debbono valere per tutti. Il nostro obiettivo non è assolutamente limitare la diffusione della cultura, quanto ampliarla il più possibile, badando però alla qualità dell’offerta e alla sua giusta remunerazione, come è stato lodevolmente rimarcato da Calabrò. In un mercato sano non può esserci produzione senza lavoro e questo lavoro va riconosciuto economicamente. Su questo principio deve basarsi anche il valore della cultura e dell’industria che la diffonde, in un sistema condiviso che esalti la libertà di espressione degli autori e dei produttori e quella di accesso degli utenti. Secondo Confindustria Cultura Italia ciò è possibile e siamo contenti che la relazione di Calabrò e il regolamento dell’AGCOM siano entrambi manifestazione di questa volontà di equilibrio del sistema”.