Riceviamo il seguente comunicato stampa dell’associazione di consumatori ADUC, di cui pubblichiamo ampi stralci. "La relazione annuale dell’Agcom e’ simile ad un rapporto di un osservatorio sullo stato dell’arte nelle comunicazioni italiane.
Vengono elencate problematiche in essere, prospettive future e passi in avanti compiuti.Il tono della relazione e’ comunque improntato ad un moderato ottimismo: e, come osservava Victor Hugo, niente e’ piu’ irresistibile di un’idea il cui tempo sia giunto. Cosi’ chiude Calabro’ la sua relazione. Il nostro osservatorio come Aduc, invece, non permette di predicare ottimismo. E’ un punto di vista minimalista che guarda al quotidiano degli utenti italiani, grazie alle migliaia di segnalazioni giornaliere (1) che per oltre la meta’ riguarda proprio gli operatori delle comunicazioni. Si va dai metodi (…) della Rai per (…) il canone, a Sky e Mediaset con problematiche contrattuali e disservizi. Per non parlare dei patemi quotidiani riservati dai gestori telefonici ai loro clienti, a cominciare dalle mancate attivazioni, non solo di servizi in banda larga, ma pure della linea base. Un panorama fatto di un’abnorme quantita’ di regole e sistematico mancato rispetto delle stesse (par condicio ignorata; quando partono gli spot in tv continua ad essere aumentato il volume di trasmissione; nonostante il divieto imposto da Bersani, continuano le richieste di penali per il recesso da un contratto; ecc.). Questa e’ la giungla delle comunicazioni italiane. E temiamo rimanga tale nonostante l’avvento del digitale terrestre, il sempre maggiore peso di Sky (…), il calo della quota di mercato di Telecom Italia nella telefonia fissa e nonostante gli investimenti promessi dal Governo per stimolare la diffusione della banda larga. In questo quadro l’opera dell’Agcom sembra di retroguardia, nel senso che oggi risolve i problemi di ieri (o tenta di metterci un tampone). Ma allora cosa serve un’Autorita’ (pseudo) indipendente? Conviene cambiare o chiudere! Per cambiare, facciamo due proposte concrete all’Agcom: 1 – chieda al Governo di decuplicare le sanzioni comminabili a tv e gestori telefonici che non rispettano le normative. "Moral suasion" e multe mignon non servono a combattere il malcostume imperante tra gli operatori; 2 – prenda atto dell’impossibilita’ di recidere il cordone ombelicale tra Rai e partiti, e porti avanti, per quel che sono le proprie responsabilita’, l’unica proposta potenzialmente risolutiva: la privatizzazione della tv di Stato.
Vengono elencate problematiche in essere, prospettive future e passi in avanti compiuti.Il tono della relazione e’ comunque improntato ad un moderato ottimismo: e, come osservava Victor Hugo, niente e’ piu’ irresistibile di un’idea il cui tempo sia giunto. Cosi’ chiude Calabro’ la sua relazione. Il nostro osservatorio come Aduc, invece, non permette di predicare ottimismo. E’ un punto di vista minimalista che guarda al quotidiano degli utenti italiani, grazie alle migliaia di segnalazioni giornaliere (1) che per oltre la meta’ riguarda proprio gli operatori delle comunicazioni. Si va dai metodi (…) della Rai per (…) il canone, a Sky e Mediaset con problematiche contrattuali e disservizi. Per non parlare dei patemi quotidiani riservati dai gestori telefonici ai loro clienti, a cominciare dalle mancate attivazioni, non solo di servizi in banda larga, ma pure della linea base. Un panorama fatto di un’abnorme quantita’ di regole e sistematico mancato rispetto delle stesse (par condicio ignorata; quando partono gli spot in tv continua ad essere aumentato il volume di trasmissione; nonostante il divieto imposto da Bersani, continuano le richieste di penali per il recesso da un contratto; ecc.). Questa e’ la giungla delle comunicazioni italiane. E temiamo rimanga tale nonostante l’avvento del digitale terrestre, il sempre maggiore peso di Sky (…), il calo della quota di mercato di Telecom Italia nella telefonia fissa e nonostante gli investimenti promessi dal Governo per stimolare la diffusione della banda larga. In questo quadro l’opera dell’Agcom sembra di retroguardia, nel senso che oggi risolve i problemi di ieri (o tenta di metterci un tampone). Ma allora cosa serve un’Autorita’ (pseudo) indipendente? Conviene cambiare o chiudere! Per cambiare, facciamo due proposte concrete all’Agcom: 1 – chieda al Governo di decuplicare le sanzioni comminabili a tv e gestori telefonici che non rispettano le normative. "Moral suasion" e multe mignon non servono a combattere il malcostume imperante tra gli operatori; 2 – prenda atto dell’impossibilita’ di recidere il cordone ombelicale tra Rai e partiti, e porti avanti, per quel che sono le proprie responsabilita’, l’unica proposta potenzialmente risolutiva: la privatizzazione della tv di Stato.