Al via le procedure per l’azione legale collettiva. Venti miliardi di euro, 520 euro per ciascuno dei 38 milioni di contribuenti italiani.
E’ questa la cifra record chiesta dal Codacons, insieme all’Associazione Utenti Servizi Finanziari, come risarcimento per la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’associazione, che si è costituita parte offesa, chiede anche il sequestro degli elenchi, da chiunque siano detenuti. La richiesta è stata presentata al PM di Roma che ha aperto un’indagine sulla vicenda. Una copia della denuncia è anche sulla scrivania della polizia postale e del Garante della Privacy, che potranno quindi agire autonomamente. Il Codacons, che ha denunciato il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco presso 104 Procure della Repubblica italiane per violazione della legge sulla privacy, sostiene che “chi vuole mettere il naso negli affari altrui deve avere un interesse qualificato e concreto, come stabilisce l’art. 25 della legge 241/90, e deve in ogni caso lasciare traccia della sua domanda di accesso e del suo interesse”. Secondo il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, “è da escludere la possibilità di pubblicare tutte le denunce dei redditi su internet in modo generalizzato, e ciò innanzitutto perché tale pubblicazione non garantisce più né sui soggetti che ne vengono in possesso, né sul rispetto dei limiti temporali della pubblicità degli atti”. Tra le richieste del Codacons anche un intervento immediato nei confronti dei siti web che continuano a pubblicare le dichiarazioni dei redditi degli italiani. Nella istanza – fa sapere l’associazione – si chiede il sequestro degli elenchi, da chiunque detenuti, anche attraverso l’oscuramento dei siti che ancora lo offrono in visione gratuita o a pagamento. Le Associazioni dei consumatori si stanno preparando per intentare un’azione legale collettiva, tanto più importante in quanto costituisce un precedente significativo, anche dal punto di vista giuridico, per il riconoscimento del risarcimento per la violazione del diritto alla riservatezza. (M.P. per NL)