Vediamo alcuni ‘documenti in merito’, apparsi on-line.
Prima di tutto, il punto di vista dello stesso Massimo Rebotti, apprezzato giovane direttore dell’emittente (una posizione e una carica, fra l’altro, tutt’altro che facili, dato il continuo ‘movimento’ che si registra a Radio Popolare):
«Il mandato di direttore a Radio Popolare dura tre anni. Il mio scade in questi giorni. Il Cda della Cooperativa, che è l’editore di questa radio, mi ha proposto qualche giorno fa un nuovo mandato, per altri tre anni. Ho ringraziato per la fiducia e ho risposto di no. Per ragioni personali.
Fin qui la notizia che ha, come ovvia conseguenza, che io faccia il direttore di Radio Popolare ancora per qualche settimana. E poi stop. Dentro alla notizia, come ogni notizia, ci sono un sacco di altre cose. Innanzitutto la ragione della mia scelta: lavoro a Radio Popolare da tredici anni, ho fatto il caposervizio dell’informazione, poi il caporedattore, infine il direttore. E adesso desidero cambiare.
Ho scelto di farlo nel momento, per la Radio e anche per me, più adatto, cioè quando scade un mandato e quindi ci si deve porre la domanda se, per altri tre anni – se ovviamente gli altri ti vogliono – anche tu vuoi continuare a fare quello che hai fatto fino a ieri. La passione per Radio Popolare e per questo lavoro, che qui si può fare bene, è intatta, si tratta solo, per me, di cambiare il punto da cui si guardano le cose.
La Radio ha fatto un gran lavoro in questi tre anni, io sono molto soddisfatto, per quanto mi riguarda ho fatto del mio meglio e figurarsi se non ho fatto errori. Sono stati anni intensi, abbiamo fatto una quantità di dirette pazzesca, nuovi programmi, ora è arrivata Radio Popolare di Roma, che è una novità straordinaria per gli anni a venire.
Ma l’elemento più importante è che anche in questi tre anni, come nel resto della sua storia, l’autonomia di giudizio, l’indipendenza di Radio Popolare è rimasta, secondo me, salda. Ed è la ragione per cui ci ascoltano tante persone (sempre di più secondo i dati di questi ultimi anni, che tante persone – oltre 14mila – sono abbonate, cioè pagano qualcosa che potrebbero avere comunque). Il nostro, come quello di Popolare Network, è un progetto di informazione e comunicazione così prezioso che sono grato di aver avuto l’opportunità di condurre per un tratto.
Grazie a tutti quelli che lavorano e collaborano a Radio Popolare e a voi ascoltatori».
Ed ecco il comunicato del CdA di Errepi Spa (la società dell’emittente):
«In vista della scadenza del suo incarico triennale, il direttore editoriale di Radio Popolare Massimo Rebotti ci ha comunicato ieri, con una lettera, la sua indisponibilità a un secondo incarico triennale che gli era stato prospettato. Nella lettera si legge fra l’altro: “Ho valutato con il CdA della Cooperativa la loro proposta di proroga del mandato, accompagnata da un documento di valutazione sul lavoro di questi anni. La mia decisione di rifiutare è dettata da ragioni di carattere personale. Da oltre dieci anni, a vario titolo, ricopro a Radio Popolare incarichi di responsabilità: ho ritenuto che, al termine di questo mandato di direzione editoriale, fosse per me venuto il tempo di un cambiamento. Vi ringrazio per la fiducia e per il lavoro svolto insieme in questi anni”.
Anche se con rincrescimento, il CdA di Errepi Spa prende atto della decisione di Massimo Rebotti, e lo ringrazia per il lavoro che ha svolto con tanta dedizione e passione. L’incarico di direttore editoriale di Rebotti scadrà quindi il 31 dicembre.
Quanto prima il CdA di Errepi Spa prenderà i provvedimenti necessari per assicurare la continuità della direzione editoriale di Radio Popolare, anche transitoria. Ricordiamo che il compito di esprimere un’indicazione per una nuova direzione editoriale di Radio Popolare spetta alla Cooperativa Radio Popolare, socio di maggioranza relativa di Errepi Spa».
Ora il comunicato del CdA della Cooperativa:
«Care/i Cooperanti, nelle settimane scorse abbiamo concluso la discussione all’interno del CdA e formulato una proposta per la candidatura di Massimo Rebotti ad un nuovo incarico triennale per la direzione editoriale di Radio Popolare, proposta che intendevamo sottoporre alla prevista assemblea della Cooperativa. La proposta, già informalmente anticipata a Rebotti nei giorni precedenti, gli è stata formalizzata il 15 novembre. Martedì 20 Rebotti ci ha annunciato la sua indisponibilità, motivata da ragioni essenzialmente personali, ad un secondo incarico. Indisponibilità che Rebotti ci ha definitivamente confermato.
La decisione è stata comunicata da Rebotti al CdA di Errepi Spa in una lettera nella quale si legge fra l’altro: “Ho valutato con il CdA della Cooperativa la loro proposta di proroga del mandato, accompagnata da un documento di valutazione sul lavoro di questi anni. La mia decisione di rifiutare è dettata da ragioni di carattere personale. Da oltre dieci anni, a vario titolo, ricopro a Radio Popolare incarichi di responsabilità: ho ritenuto che, al termine di questo mandato di direzione editoriale, fosse per me venuto il tempo di un cambiamento. Vi ringrazio per la fiducia e per il lavoro svolto insieme in questi anni”.
L’incarico di direttore editoriale di Rebotti scadrà quindi il 31 dicembre.
Il CdA della Cooperativa Radio Popolare ha accolto con rammarico la decisione di Massimo Rebotti, di cui in questi anni ha apprezzato l’indipendenza dimostrata nell’indirizzo politico-editoriale di Radio Popolare e l’impegno profuso alla guida del nostro progetto editoriale e comunicativo.
Alla Cooperativa Radio Popolare, socio di maggioranza relativa di Errepi Spa, spetta ora il compito di esprimere un’indicazione per una nuova direzione editoriale di Radio Popolare».
Per ultimo il comunicato del Comitato di Redazione di Radio Popolare:
«Il Comitato di Redazione accoglie con sorpresa la decisione del Direttore di rinunciare ad un rinnovo d’’incarico. Non è ovviamente possibile né opportuno sindacare sulle ragioni personali con cui Massimo Rebotti ha motivato la sua scelta.
Ringraziamo comunque Massimo per il lavoro svolto insieme in questi anni e particolarmente per aver saputo sempre garantire la piena autonomia editoriale di Radio Popolare. Si apre una fase delicata, per la gestione del lavoro redazionale dei prossimi mesi e la scelta della futura direzione editoriale.
Contiamo che la Radio, nei suoi diversi organismi collegiali, sappia fornire con il coinvolgimento di tutti i lavoratori le risposte necessarie in tempi adeguati».