Rctv torna, 50 giorni dopo, ma sul satellite

Audience e introiti pubblicitari duramente penalizzati ma, come anticipato dalla nostra testata, Rctv non è scomparsa, bensì è stata trasferita sulla pay tv


La differenza, certo, non è di poco conto. Alcuni parlano di una perdita dell’80% sui ricavi derivanti da inserzioni pubblicitarie, altri fanno maggior leva sull’audience più che dimezzata. In ogni caso, dopo 50 giorni Rctv (Radio Caracas Televisiòn), l’emittente televisiva più antica del Venezuela, torna a trasmettere via satellite, solo per gli abbonati, attraverso Directv, Inter, Net Uno e Planet Cable. Molti ricorderanno l’enorme polverone sollevato dai media di tutto il mondo (quelli filo-americani e filo-occidentali in particolar specie) allorché, meno di due mesi, il Presidente Hugo Chavez (foto) ordinò la pronta chiusura dell’emittente, rea, a suo dire, d’aver fomentato il golpe che nel 2002 tentò di sollevarlo ed imprigionarlo. In Venezuela (ma, forse, più negli Stati Uniti ed in Europa che lì) si gridò al golpe mediatico, al ritorno della censura, di metodi degni di un governo dittatoriale. D’altra parte, però, i sostenitori di Chavez, anch’essi non senza un velo di partigianeria, sottolinearono come la chiusura dell’emittente andasse attribuita a veri comportamenti antidemocratici tenuti all’interno della televisione, alla promozione, alcuni anni addietro, del colpo di Stato per deporre Chavez, imprigionarlo ed ucciderlo. Sono affari, certo, molto delicati, di cui coloro che non conoscono accuratamente la situazione venezuelana (e sudamericana in generale) non possono parlare con cognizione di causa. Una cosa è certa, però: sulla maggior parte dei mezzi di comunicazione, dal web ai quotidiani cartacei, per lo meno in Italia, la notizia diffusa parlava di soppressione della tv, di eliminazione di una voce contraria al Governo di Chavez. Ad onor del vero (e non certo per una qualsiasi forma di parzialità), la nostra testata sottolineò (nell’articolo a firma di chi vi scrive, lo scorso 29/05/2007) allora quello che oggi è divenuto realtà: Rctv, a 50 giorni dalla chiusura dei suoi battenti “in chiaro”, rinasce a nuova vita. Una vita, certo, più in sordina di quella precedente, meno ricca economicamente ed in termini di appeal sulla popolazione ma, certamente, una nuova vita. Chi viene seppellito non rinasce, chi viene penalizzato a volte sì. Già, infatti, senza voler entrare nel merito della decisione di Chavez, l’unica notizia certa è che Rctv sabato scorso ha ripreso a trasmettere i propri telegiornali, le proprie telenovelas, i propri programmi umoristici. Continuando a non voler entrare nel merito della decisione, occorre ricordare che il trasferimento su satellite comporterà, certo, un crollo verticale in termini di ricavi (si parla dell’80% in meno) e, inutile dirlo, un’audience nettamente minore. Ma, per lo meno, quella che era stata individuata come l’unica fonte d’informazione anti-governativa (notizia falsa perché, in realtà, vi sono “Globovision”, “Venevision” e “Televen”, televisioni nazionali, commerciali d’opposizione) continuerà a far sentire la propria voce. Giusta o sbagliata che sia. (Giuseppe Colucci per NL)

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