I media e in particolar modo la tv sono sempre stati, negli ultimi diciassette anni, uno dei punti cruciali del dibattito politico in Italia.
Non di quello politico propriamente detto, in realta´ (e lo dimostrano lustri di lassismo da parte del centro-sinistra italiano che non ha mai davvero cercato di combattere il conflitto di interessi di Berlusconi), ma per lo meno di quello tra i cittadini, sempre piu´ indignati per il malfunzionamento del nostro sistema televisivo, per un´informazione sempre meno incisiva e un sistema legislativo che arricchisce sempre gli stessi. Nelle ultime settimane, pero´, sara´ che alcuni (neanche troppi) si aspettavano una svolta dopo la caduta di Berlusconi, sara´ che il beauty contest e´ diventato argomento di rivolta nazionale, se ne fa un gran parlare. Le cassandre danno ragione a Di Pietro quando dice (avra´ torto?) che il governo Monti ha potuto ereditare lo scettro da quello precedente solo per via di un tacito accordo tra l´attuale premier e Berlusconi, per non toccare gli interessi televisivi di quest´ultimo. Ora che il dibattito sul beauty contest, pero´, ha moltiplicato la sua portata, ci si aspettano risposte concrete dal ministro Passera e da Monti in persona, perche´ il paradosso di lasciare che i grandi colossi televisivi fagocitino ancora piu´ frequenze – sponsorizzate da uno stato in bacarotta, che toglie il pane ai suoi cittadini ma non ai palazzi del suo potere – e´ francamente insopportabile. Per condire questo quadro desolante sono arrivate le anticipazioni del rapporto “I media digitali in Italia”, commissionato da Open Society Foundation e che uscira´ integralmente il 15 dicembre. Questo l´incipit: “La digitalizzazione non ha prodotto un significativo impatto sulla proprietà dei mezzi di comunicazione. Il mercato televisivo è ancora caratterizzato dal tradizionale duopolio Rai-Mediaset, che discende dall’assenza di un adeguata normativa che regoli la concorrenza nel settore. L’ingresso di Sky Italia nel mercato televisivo satellitare ha senza dubbio trasformato il duopolio in una sorta di “tripolio”. Tuttavia, Rai e Mediaset continuano a controllare insieme circa l’80% dell’audience, contro circa il 10 % di Sky”. A sorpresa il rapporto lancia una sorta di appello perche´ i termini del beauty contest vengano modificati e dice: “i criteri previsti per l’assegnazione dei multiplex – ovvero un “beauty contest” basato sulla qualità dell’offerta e sull’esperienza precedente – hanno sollevato perplessità, per il rischio che essi consentano la perpetuazione dell’egemonia di Rai e Mediaset nel nuovo contesto digitale”. E se lo dicono loro. Insomma, e´ tempo per il ministro Passera di smettere di tentennare smentendo cassandre, e mettendo da parte per un giorno il suo ruolo di tecnico-traghettatore per agire al piu´ presto. Tutta l´Italia sta aspettando. (G.C. per NL)