Rai sul web modello Bbc: ancora un sogno

L’azienda di Stato non nasconde l’intenzione di valorizzare il proprio marchio su piattaforme diverse, ma la strada è lunga e impervia


Facendo un crudele parallelo tra la concessionaria radiotelevisiva italiana, la Rai, e quella britannica, la Bbc, sul piano del loro rapporto con i new media, potremmo definire un’elegante Rolls Royce la seconda ed un’umile, povera, ma non priva di una propria personalità, Fiat 500 la prima. La Rai, infatti, nonostante sia distante ancora anni luce dalle innovazioni su tutti i fronti che la Bbc sta affrontando, cerca in qualche modo di evolversi: non si accontenta del poco che riesce ad offrire agli utenti. L’impegno va premiato, è il sistema italiano nel suo complesso che deficita.
I vertici Rai ed il ministro Gentiloni, in effetti, si sono riproposti da tempo la valorizzazione delle produzioni Rai sulle differenti nuove piattaforme (Dtt, sat, Iptv, Internet). Se i primi sembrano, tra un problemuccio ed un altro, ottenere qualche risultato, il web resta ancora un tabù. Certo, il sito Rai esiste da tempo, ma si potrebbero sfidare i lettori a dare uno sguardo a quello della Bbc e poi operare un parallelismo. La differenza è abissale. L’azienda di Stato inglese, ad esempio, offre giornalmente contenuti per tutti i gusti: d’archivio o di giornata, provenienti dalle reti analogiche o da quelle satellitari, gratis o a pagamento. Paragonare i contenuti della Bbc a quelli della Rai è arduo, ma non è questo il punto. E’ che in Italia non si potrebbe fare quello che con tanto successo stanno facendo gli inglesi. Da noi vige una norma che proibisce di trasferire direttamente i contenuti da radio e televisione alla rete, se non previo acquisto, di volta in volta, dei diritti per il web; cosa decisamente onerosa oltre che snervante, considerando che tale prassi andrebbe ripetuta giornalmente, se ci si volesse allineare agli standard Bbc. Il ministro Gentiloni, in verità, ha, a più riprese, sostenuto di voler mutare questo aspetto della legge sul diritto d’autore, proprio per l’intenzione manifestata di inserire i contenuti della Rai sul sito dell’azienda, così da valorizzare le piattaforme alternative. Tutto questo, giurano dagli ambienti Rai, si farà, ma molto molto a rilento. Nel tipico stile italiano. (Giuseppe Colucci per NL)

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