RAI: SLC CGIL a Giacomelli, mancano norme per sistema radio-tv. Fermare vendita Rai-Way

Slc Cgil, Uilcom Uil, sUgl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal hanno incontrato ieri il Sottosegretario con delega alle Comunicazioni Giacomelli.

In apertura di confronto i sindacati hanno confermato la loro contrarietà alla vendita di Rai Way, ribadendo l’inopportunità di un’operazione che cede una quota rilevante di un asset strategico per l’azienda di servizio pubblico e per il paese, a fronte dell’assenza di un riordino complessivo del sistema radiotelevisivo. Per questo proseguiranno con iniziative anche di carattere legale, proprio per sottolineare l’illegittimità e la incostituzionalità di tale procedura di vendita e quotazione in borsa. Hanno poi chiesto, alla luce delle molte indiscrezioni che circolano, chiarimenti sul canone ed il rinnovo della concessione di servizio pubblico alla Rai. Lo annuncia una nota di Slc Cgil nazionale. “Il sottosegretario ha ribadito che l’operazione di vendita di Rai Way non è legata al recupero da parte del Governo dei 150 milioni di euro, ma alla volontà di un riordino complessivo della Rai e che è rivolta all’evoluzione tecnologica del paese, alla valorizzazione dell’asset Rai Way, alla revisione della tassa di scopo canone (in un’ottica di equità rispetto ai redditi dei cittadini e alla commisurazione tra entrate da canone e servizio prestato dalla Rai) e all’assegnazione alla Rai, senza ulteriori rinnovi, della concessione di servizio pubblico radiotelevisivo. Su tale presupposto i sindacati hanno ribadito la loro preoccupazione per le prime scelte del Governo sulla Rai che, in assenza di un quadro definito e di azioni sinergiche per superare un sistema ancora bloccato dal duopolio e dal conflitto d’interessi, rischia di penalizzare la sola Rai. Temiamo di trovarci nuovamente davanti alla solita politica dei due tempi – prosegue la nota di Slc Cgil – Non ancora è chiaro se il nuovo canone, giustamente rimodulato sui redditi dei cittadini, sarà sufficiente a mantenere l’attuale modello produttivo: informazione, produzione culturale ed intrattenimento (anche in un ottica di miglioramento ed efficientamento). Né è scritto da nessuna parte che la politica riesca a portare a termine una riforma che vede molti dei suoi attori direttamente e personalmente interessati. questo si aggiunge che i vertici della Rai hanno sempre fatto passare l’operazione Rai Way come una compensazione economico per l’uscita dei 150 milioni di euro privando, di fatto, le parti sociali di qualsiasi confronto sulla vera operazione di revisione complessiva del servizio pubblico, al punto di non presentare neanche il Piano Industriale di Rai e Rai Way.” “Infine il sindacato ha chiesto al Sottosegretario di fermare l’operazione di vendita di Rai Way, al fine di aprire un confronto per una vera valorizzazione dell’asset e per giungere ad una riforma del sistema radiotelevisivo e delle reti che abbia la profondità e la coerenza necessaria per portare il nostro paese agli standard europei. Il Sott. Giacomelli ha confermato la volontà di proseguire il suo confronto con i sindacati su questi temi, ma ha escluso qualsiasi revisione dell’operazione in corso”. Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal si riuniranno con le delegazioni sindacali, in coordinamento nazionale, il prossimo 14 ottobre e in quell’occasione valuteranno come proseguire la loro iniziativa di contrasto alle scelte industriali oggi in capo alla Rai. (E.G. per NL)
 

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